Mentre in Sud America paesi come, Argentina, Uruguay, Brasile, Colombia, Cile ed Ecuador avevano già legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso, il Perù era rimasto indietro. Ieri però Amnesty Italia ha festeggiato sui propri social il passo avanti del Perù.

Infatti venerdì 21 luglio 2023 la Corte Superiore di Giustizia di Lima ha emanato una sentenza in cui ordina al Registro Nazionale di Identificazione e Stato Civile (RENIEC), che gestisce i registri peruviani delle nascite, dei matrimoni e dei divorzi, di “procedere alla registrazione”1 del matrimonio della cittadina peruviana, celebrato all’estero con la sua partner nel 2019. La sentenza è arrivata dopo che la cittadina peruviana aveva citato in giudizio RENIEC, perché aveva rifiutato di registrare il suo matrimonio. Il tribunale di Lima ha ora affermato «che i diritti costituzionali della cittadina peruviana sono stati violati e ha dichiarato che l’articolo del codice civile peruviano del 1984 sulla famiglia, utilizzato per negare il riconoscimento legale delle relazioni tra coppie dello stesso sesso, sia a tutti gli effetti “inapplicabile”»2.

Non è la prima volta che in Perù le coppie LGBTQ+ si battono affinchè i loro diritti vengano riconosciuti. Nel 2017 un tribunale peruviano ordinò al governo di iscrivere nel registro il matrimonio di Óscar Ugarteche, attivista per i diritti LGBTQ+, con suo compagno. Tuttavia un altro tribunale revocò quell’ordine, e nel 2020, la corte costituzionale del Perù, rigettò il ricorso di Ugarteche per registrare il suo matrimonio all’RENIEC. Un altro caso noto fu quello di Susel Paredes, deputata peruviana, e sua moglie Gracia Aljovín, che celebrarono il loro matrimonio nel 2016 a Miami, in Florida. La coppia citò in giudizio RENIEC per aver rifiutato la registrazione del loro matrimonio, tuttavia l’ufficio rifiutò ancora la loro richiesta, ma nel 2019 un tribunale locale affermò «che le autorità dovrebbero trattare il matrimonio della coppia come qualsiasi altra unione3». Inoltre la sentenza sottolineò la gravità del fatto, che il Perù non fosse al passo di altri paesi del Sud America che avevano già riconosciuto i matrimoni egualitari.

La sentenza del 21 luglio rappresenta quindi una svolta storica per il Perù, e un primo passo verso il riconoscimento dei matrimoni egualitari. Tra l’altro «un sondaggio di Ipsos del 2021 ha rilevato che il 68% dei peruviani è favorevole al matrimonio tra persone dello stesso sesso o ad altri riconoscimenti legali4». Nonostante questa sentenza bisogna tenere a freno gli entusiasmi, perché la sentenza potrebbe essere appellata, anche se naturalmente ci auguriamo di no. Sicuramente dobbiamo costatare come in Perù si sia fatto un passo avanti nel riconoscere uguali diritti alle coppie LGBTQ+, come fatto recentemente anche in Nepal.

Fonti:
https://www.gay.it/peru-tribunale-apre-al-matrimonio-egualitario#:~:text=Il%20Per%C3%B9%20%C3%A8%20uno%20dei,Neanche%20le%20unioni%20civili.;
https://quiikymagazine.com/diritti-lgbt-in-peru-2023/;
https://www.gayburg.com/2023/07/il-peru-apre-al-matrimonio-egualitario.html

1 Cit da: https://quiikymagazine.com/diritti-lgbt-in-peru-2023/

2 Cit da: https://www.gay.it/peru-tribunale-apre-al-matrimonio-egualitario#:~:text=Il%20Per%C3%B9%20%C3%A8%20uno%20dei,Neanche%20le%20unioni%20civili.

3 Ibidem

4 Cit da: https://quiikymagazine.com/diritti-lgbt-in-peru-2023/