Sta finendo un altro anno scolastico ed è forse il caso di iniziare a fare qualche resoconto, a partire per esempio dall’applicazione della legge 170/2010, che interessa il 5,4% delle alunne e degli alunni delle scuole italiane, ossia 326.548 bambini/e e ragazzi/e dalla primaria alla secondaria di secondo grado.

La 170/2010 è la legge sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) in ambito scolastico, con la quale si “riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento” che “si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana”. La legge si pone l’obiettivo di tutelare gli alunni e gli studenti con disturbi specifici dell’apprendimento e il loro diritto all’istruzione e favorirne il successo scolastico riconoscendo loro il diritto ad accedere a “misure didattiche di supporto” che consentano di esprimere le loro potenzialità. Lo scorso anno, a distanza di 10 anni dal precedente documento di consenso, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha pubblicato la nuova Linea Guida sulla gestione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), al fine di migliorare e uniformare i protocolli diagnostici e riabilitativi sui DSA, aggiornando le precedenti raccomandazioni cliniche e formulando nuove raccomandazioni per quegli aspetti che precedentemente non erano stati indagati.

L’AID (Associazione Italiana Dislessia) per fare il punto sullo stato d’attuazione della legge 170/2010 a quasi 13 anni dalla sua emanazione ha voluto fare un’indagine con l’obiettivo principale di fornire un quadro situazionale tra i docenti, i genitori e gli studenti. Sono stati raccolti 6.630 questionari tra i docenti della scuola primaria (n=2901), la secondaria di I grado (n=1648) e la secondaria di II grado (n=2081), 2.375 questionari tra i genitori degli studenti con DSA (342 della scuola primaria, 826 della secondaria di I grado e 1207 della secondaria di II grado) e 802 questionari tra gli studenti della scuola primaria (n=71), la secondaria di I grado (n=261) e la secondaria di II grado (n=470).

Cosa è emerso dall’indagine dell’AID?

L’indagine ha innanzitutto evidenziato che oltre il 35% dei genitori e il 36% degli studenti intervistati dichiara che i docenti non sono in possesso di un’adeguata conoscenza di cosa siano i Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Non solo, ma i genitori segnalano anche un’insufficiente attenzione della scuola nell’identificare nelle bambine e nei bambini più piccoli i segnali di rischio di DSA e nel comunicarli alla famiglia, oltre alla mancata realizzazione di attività di potenziamento prima della diagnosi.

Per quanto riguarda il Piano Didattico Personalizzato (PDP), i genitori confermano invece che viene redatto nel 97% dei casi ed è di norma (nell’83%) coerente con le indicazioni contenute nella diagnosi, anche se lamentano di non essere sufficientemente coinvolti nella stesura del documento e nei tempi previsti dalla legge. Quasi due terzi degli studenti dichiara poi che il PDP non sempre viene rispettato durante il percorso scolastico: il 50% degli alunni afferma di aver avuto di norma accesso agli strumenti compensativi richiesti e il 37% di loro dichiara invece di aver avuto accesso ogni tanto. Percentuali che si ripetono anche per interrogazioni e compiti in classe programmati, mentre il 53% degli studenti evidenzia di non aver mai o quasi mai ricevuto aiuto dai docenti nell’utilizzo degli strumenti compensativi.

Il 75% degli studenti ha dichiarato inoltre di essersi sentito diverso dagli altri e poco accolto all’interno della classe (il 35% spesso e talvolta il 40%) e oltre il 60% dichiara di aver ricevuto un voto inferiore a quello che gli sarebbe spettato, a causa dell’utilizzo degli strumenti compensativi (21% quasi sempre, 41% ogni tanto).

Soltanto il 28% dei docenti dichiara poi di trovare sempre nelle certificazioni cliniche le indicazioni necessarie per un’adeguata stesura del PDP e poco più della metà conferma che è previsto un protocollo di accoglienza per gli studenti con DSA all’interno della scuola in cui insegnano. Due terzi di loro affermano di riuscire a rispettare sempre quanto previsto nel PDP e l’82% dichiara di riconoscere sempre gli strumenti compensativi che spettano allo studente. La gran parte degli insegnanti sostiene inoltre di affiancare sempre (43,4%) o spesso (42,9%) lo studente nell’uso degli strumenti compensativi e di aver cambiato la propria didattica per raggiungere anche i bambini e ragazzi con DSA (63,8% sì e 34% in parte). Rispetto a ciò gli alunni e i genitori sono molto più critici dei docenti, forse anche perché gli insegnanti che hanno risposto al sondaggio sono i più disponibili e inclusivi nei confronti degli studenti con DSA, avendo in gran parte partecipato a corsi di formazione sui DSA e dunque le loro risposte riflettono ciò che realmente fanno in classe.

In conclusione, si legge in coda al Report, la ricerca condotta su docenti, genitori e studenti (…) ci porta a delle riflessioni importanti sulle differenti percezioni degli attori coinvolti circa l’utilizzo degli strumenti compensativi e la stesura del PDP. In particolare, occorrerà riflettere su questi differenti punti di vista per approfondirli, proporre un dialogo con le istituzioni e pensare a una modalità per mettere a confronto i diversi attori in gioco, attraverso una comunicazione costante. L’Associazione Italiana Dislessia è anche convinta che sia necessario costituire al più presto un Osservatorio nazionale sull’applicazione della legge 170/2010 allo scopo di fornire al Ministero dell’Istruzione dati certi per apportare eventuali correttivi e dare maggiore certezza di diritto agli studenti con DSA. È interessante notare, infine, come gli studenti più grandi degli istituti secondari di secondo grado cerchino un ruolo attivo nel proprio percorso di studio e auspichino di potersi confrontare con i docenti sulle proprie difficoltà e sugli strumenti da utilizzare. Forse è ora di dare loro fiducia”.

Qui il Report dell’Associazione Italiana Dislessia Applicazione della Legge 170/2010: A che punto siamo?”.