Alle 11:30 quattro persone legate alla campagna NON PAGHIAMO IL FOSSILE, promossa da Ultima Generazione, hanno versato carbone vegetale diluito in acqua nella Fontana di Trevi per chiedere di interrompere immediatamente i sussidi pubblici a tutti i combustibili fossili, causa della crisi climatica che in questi giorni ha investito l’Emilia Romagna e le Marche, devastandone il territorio, mietendo 14 vite, costringendo 10.000 persone ad abbandonare le proprie case e lasciando senza luce altre 28.000. 

Immediato l’intervento delle Forze dell’ordine, che alle 11:45 hanno portato via gli attivisti. 

“Sono Mattia, ho 19 anni e ho deciso di fare disobbedienza civile perché la tragedia orribile vissuta in questi giorni in Emilia Romagna è un’avvisaglia del futuro nero che attende l’umanità, fatto di siccità alternata ad alluvioni sempre più frequenti e violenteSecondo l’Organizzazione meteorologica mondiale stiamo per superare la soglia di 1,5°. Questo significa che i nostri figli potrebbero morire di fame e di sete. E che potremmo essere in tempo per vederlo. Secondo la Banca d’Italia, per di più, una casa su quattro è a rischio alluvione in Italia, con danni stimabili in 3 miliardi ogni anno. L’unica possibilità per evitare che accada è fermare le emissioni legate ai combustibili fossili. Il nostro Governo, invece, continua imperterrito a regalare all’industria del fossile finanziamenti pubblici per decine di miliardi di euro ogni anno. Noi abbiamo deciso di ribellarci a chi ci sta condannando a morte. E invitiamo genitori, nonni, fratelli e figli preoccupati a unirsi a noi”, ha dichiarato.

LA CRISI CLIMATICA BUSSA ALLA PORTA

Mentre la crisi climatica bussa alla porta, rompendo gli argini dei fiumi e scaraventando i pesci nelle strade, il Governo italiano taglia risorse alla difesa del suolo, fa ammuffire in un cassetto il piano di adattamento ai cambiamenti climatici, torna a riesumare il ponte sullo Stretto e va a stringere le mani ai rappresentanti del G7, per avviare nuove iniziative a “tutela dell’ambiente e della democrazia”.

Prosegue, insomma, imperterrito sulla via della follia fossile, nonostante proprio pochi giorni fa la Banca d’Italia abbia diffuso uno studio in cui evidenzia che in Italia è a rischio alluvione il 23,3% delle abitazioni, che si traduce in un potenziale danno al patrimonio immobiliare pari a 3 miliardi di euro annui e 1.000 mille miliardi complessivi. E che avesse indicato come area più a rischio quella del Distretto idrico del Po, con la Toscana e la Liguria che presentano rischi elevati.

Continua a finanziare la morte dei suoi cittadini, anche se il rapporto annuale 2023 dell’Organizzazione Metereologica Mondiale ha rilevato una probabilità del 66% del superamento della soglia di 1,5°C in almeno un anno tra il 2023 e il 2027. L’analisi precede per ogni anno dal 2023 al 2027, che la temperatura globale vicino alla superficie sarà tra 1,1°C e 1,8°C al di sopra della media preindustriale. Cosa che farà precipitare il mondo in un ‘territorio inesplorato’, in altri termini in un baratro terrificante.

Gli scienziati hanno indicato chiaramente nei combustibili fossili la causa del riscaldamento globale. Per tutelare la vita dei cittadini si potrebbe cominciare interrompendo i finanziamenti pubblici alle industrie del fossile (41,8 miliardi di euro nel 2021) e dirottarle in progetti e opere di salvaguardia del territorio e delle comunità.

NESSUN DANNO ALLA FONTANA

Anche oggi il carbone vegetale e i corpi dei cittadini terrorizzati non hanno danneggiato alcun monumento, mentre è già iniziata la conta dei danni al patrimonio culturale nell’Emilia-Romagna devastata dall’alluvione. 

Sono Charlie, ho 18 anni, faccio la mia prima azione di disobbedienza civile non violenta per smuovere le istituzioni a non investire nei combustibili fossili. I disastri dell’alluvione e gli eventi di siccità e caldo estremo mi hanno fatto attivare la paura, l’ansia e la rabbia. Per noi verranno chieste ancora ‘pene esemplari’ dal Governo, molto più elevate di quelle comminate, nei decenni, a coloro che si sono immersi nella Fontana di Trevi. Ormai dovrebbe essere chiaro però che i veri ecovandali, i veri barbari non siamo noi, ma chi continua ad accelerare la devastazione ambientale in corso per mero profitto economico”, ha aggiunto Charlie, 18 anni.

Le nostre azioni di disobbedienza civile nonviolenta, con l’esposizione dei nostri corpi vulnerabili come il pianeta travolto dalla crisi climatica, continueranno finché la nostra richiesta non verrà accolta dal Governo.

La richiesta della campagna è:

Stop ai sussidi pubblici a tutti i combustibili fossi

Ultima Generazione

Per capire. chi siamo e come agiamo, è possibile seguire ogni domenica sera alle 21:00 una presentazione online su zoom, iscrivendosi a questo link.