La “protesta delle tende” degli universitari che si allarga di città in città, accompagnata da flashmob e proteste, è soltanto l’ultimo sintomo della grave malattia sociale che sta minando il nostro Paese. Una malattia che si chiama “diseguaglianza”. Secondo i dati Eurostat, tra luglio e settembre 2022 sono stati effettuati in Italia più di 64 milioni di pernottamenti tramite le principali piattaforme. L’Italia è tra i principali mercati dell’affitto breve in Europa e praticamente tutte le grandi città hanno avuto negli ultimi anni una crescita esponenziale delle locazioni turistiche sulle piattaforme. Non è questa l’unica causa dei gravi problemi abitativi che affliggono tante famiglie e che coinvolgono anche i nostri studenti, ma gli affitti brevi concorrono in modo rilevante a determinare tutto ciò. Al punto che in gran parte delle città europee si è corsi ai ripari e sono state elaborate e messe in atto politiche pubbliche, locali e nazionali, finalizzate a governare sia la crescita degli affitti brevi che gli effetti sui territori e sull’offerta abitativa. L’Italia, invece, non ha fatto nulla, restando una quasi eccezione in Europa.

Papa Francesco intervenendo al convegno pomposamente denominato Stati Generali sulla Natalità – durante il quale la presidente del Consiglio Meloni “di bianco vestita” non ci ha risparmiato il suo solito muscoloso comizio sovranista – ha posto l’accento sulla crisi che viviamo e che si traduce in: “difficoltà a trovare un lavoro stabile, difficoltà a mantenerlo, case dal costo proibitivo, affitti alle stelle e salari insufficienti sono problemi reali”. E ha aggiunto: “Sono problemi che interpellano la politica, perché è sotto gli occhi di tutti che il mercato libero, senza gli indispensabili correttivi, diventa selvaggio e produce situazioni e disuguaglianze sempre più gravi”.

Qui il discorso completo. E in un passaggio dell’intervento Papa Francesco ha sottolineato: “Qui è bello vedere il mondo della politica, delle imprese, delle banche, dello sport, dello spettacolo, del giornalismo riuniti per ragionare su come passare dall’inverno alla primavera demografica”.

Quelle stesse banche, per esempio, che stando al recente Report Fisac Cgil, hanno registrato nell’ultimo anno utili alle stelle. “L’utile netto dei 7 principali gruppi bancari domestici nel 2022, si legge nel Rapporto, si attesta a 13,33 miliardi, in aumento del 60,5% rispetto al 2021, trascinato dalla crescita del margine d’interesse (+19,4%) e del risultato finanziario (+11,2%). I proventi operativi crescono anno su anno di oltre 4,2 miliardi (+8,2% rispetto al 2021), mentre i costi operativi rimangono sostanzialmente stabili (+0,4%). Oltre 5,7 miliardi di euro verranno distribuiti agli azionisti, con un aumento pari di più di un miliardo di euro rispetto al 2021 (+23,2%)”. Stiamo parlando di banchieri con stipendi alle stelle, della retribuzione media lorda annua dei primi 5 top manager delle banche italiane nel 2021, che è stata pari a 3,8 milioni di euro, ovvero come 86 tra lavoratrici e lavoratori prendendo come riferimento il salario medio lordo annuo di un’area professionale che nel 2021 era pari a 44.475 euro. Stiamo parlando di azionisti che vengono remunerati per oltre 10,5 miliardi di euro, in ragione dell’impennata della redditività registrata nel passato biennio, mentre continua inesorabile la desertificazione sul fronte lavoro con la contrazione di filiali (-3,6%) e dipendenti bancari (-4,3%). Qui il Report dell’Ufficio Studi e Ricerche FISAC CGIL sui risultati dei primi 7 gruppi bancari nazionali.

Per cercare di arginare la “protesta delle tende” il governo dice di aver sbloccato 660 milioni. Stiamo parlando dei fondi per le residenze universitarie del PNRR ai privati: costi agevolati fino al 2026, poi deciderà il mercato. Una norma sbagliata che va modificata. A dirlo con competenza in un’intervista a Il Manifesto è Gianfranco Viesti: “Abbiamo un’analisi molto chiara su questa misura fatta dalla più grande esperta della materia, Federica Laudisa, che ha spiegato che l’impostazione data dal governo Draghi a questa misura rischia di non risolvere i problemi. Il finanziamento pubblico va a strutture private che garantiranno costi agevolati solo fino al 2026 e poi useranno queste stanze a prezzi di mercato”. Aggiungendo che la norma così concepita “aumenterà la dotazione dei posti letto, ma a costi di mercato e non agevolati. Non aiuta gli studenti più deboli; naturalmente il mercato degli affitti seleziona in base al reddito”. Gianfranco Viesti non risparmia fondate critiche al PNRR: “Il piano è debole dal punto di vista delle diseguaglianze sociali e generazionali.  E dalla sua attuazione, pare di capire che lo sarà anche sulle diseguaglianze di genere. Ma è proprio il prof. Viesti a proporre “un’azione a tre punte: riduzione delle tasse universitarie che ora hanno un ruolo molto distorto e sono addirittura un elemento di premialità per gli atenei; posti letto per gli studenti fuori sede e un numero ancora maggiore di borse di studio”.

E mentre in tante città d’Italia continua pacificamente la protesta dei giovani per il diritto a poter studiare e a Roma andavano in scena gli autoproclamatisi Stati Generali, a Torino si svolgeva la convention “La Città per i diritti, un patto tra oltre 300 sindaci provenienti da tutta Italia e arrivati al Teatro Carignano per chiedere più diritti per le famiglie omogenitoriali. 300 sindaci che hanno condiviso un documento in cui chiedono al Parlamento italiano di legiferare e di dare certezza al riconoscimento anagrafico delle figlie e dei figli delle coppie omogenitoriali e di introdurre il matrimonio egualitario con il conseguente accesso alle adozioni così come previsto per le coppie eterosessuali:

Qui il video dell’evento.