La politica non è certo in auge tra i movimenti della cittadinanza attiva e non è un caso

A Torino sta accadendo quello che appare come un “miracolo”. Le realtà della cittadinanza attiva si stanno coordinando sulla base dei temi. Realtà diverse, nella consapevolezza di esserlo, si siedono insieme per trovare pratiche politiche di azione.

Ciò indubbiamente e giustamente avviene perché da troppo tempo la politica non dà risposte e i 5 stelle hanno fatto il disastro. Dopo la parabola politica, i voltafaccia di un movimento/partito in cui molti hanno creduto, sembra esserci il deserto. Il dato dell’astensione è lampante.

Ma a Torino ci sono stati dei segnali concreti: dopo anni di manganellate ai 1° maggio la sinistra si è schierata con la con la base sociale mettendoci la faccia. Alcuni esponenti della sinistra sono nei coordinamenti cittadini, non per eterodirigere, non per mettere “cappelli”, ma per comprendere e capire come agire a supporto delle lotte, sacrosante in quanto limpidamente solidali, della cittadinanza che si attiva volontariamente, che rischia denunce e conseguenze in uno Stato che sempre più, in spregio della Costituzione, criminalizza il dissenso politico.

La superiorità morale spetta indubbiamente a chi pratica la solidarietà, non certo alla politica in assoluto e in particolare quella alla quale la solidarietà è costretta a supplire.

Tuttavia se le proteste, i cortei, le mobilitazioni, sono e lo sono sempre stati uno strumento di pressione politica, è tuttavia la politica che, essendo nelle istituzioni, può cambiare le cose. Questo vuol dire che la sinistra degna di questo nome farà miracoli? No, e anche fosse, ci vorrà tempo, ma il dato di realtà è che i cambiamenti strutturali possono avvenire cambiando le leggi.

Se ci fosse una sinistra degna di questo nome al Governo farebbe tutto giusto? Verosimilmente no, ma se da una parte i politici avrebbero il dovere di spiegare lealmente il perché, accettare le critiche e farle proprie, dall’altra ci dovrebbe essere capacità di ascolto. Un mondo ideale? Forse, ma ci sono altre possibilità? E soprattutto: ci sono altre strade?

Certamente le realtà soldali hanno capacità e pratiche per supplire alla mancanza di risposte della politica, creano reti, azioni di supporto, lo abbiamo visto in particolare durante il Covid, dove la cittadinanza attiva ha dimostrato capacità ed energie tanto notevoli quanto efficaci. Lo si vede chiaramente nei coordinamenti, dove ci sono idee, competenze, ricerca di pratiche nuove e sempre più efficaci.

La frammentazione a sinistra non è stata solo partitica e ci ha portato alla situazione attuale: è un buon risultato?

Occorre un’inversione di tendenza, che in qualche modo sta già avvenendo, che può proseguire solo con consapevolezza, umiltà da parte della politica, un minimo di capacità di “perdonare” dei cittadini, e, soprattutto, dialogo e volontà da parte di tutti. Tuttavia in primo luogo lo sforzo dev’essere della politica, la fiducia va riguadagnata.