Bologna, giovedì 18 giugno: costruire giustizia climatica

Non sono mai state cassandre coloro che, in questi anni, hanno denunciato i rischi e le responsabilità della crisi climatica, e non sono sprovveduti coloro che, in questi stessi anni, hanno assunto responsabilità di governo nei nostri territori. Tutti sapevamo: la cementificazione del territorio, la sua irresponsabile infrastrutturazione e la servizievole postura di fronte ai grandi investimenti che urbanizzano una pianura soffocata dallo smog e permealizzata dall’asfalto, rendono catastrofici eventi naturali che una volta erano eccezionali, ma che in questa era sono la nuova normalità.

Sono decenni che la scienza avvisa sulle conseguenze del riscaldamento globale e suggerisce soluzioni e scelte politiche che sono state sempre inascoltate da chi ha assunto ruoli di governo nei nostri territori: la volontà di allargare il Passante di Mezzo è l’opera simbolo di questa irresponsabilità. Le catastrofi naturali fanno da sempre parte della vita di questo Pianeta. La crisi climatica le sta rendendo più frequenti, e la cementificazione dei territori rende i luoghi che viviamo incapaci di limitarne gli effetti devastanti. Passata l’emergenza, si tornerà a parlare di grandi opere da realizzare, quando l’unica grande opera indispensabile è la messa in sicurezza del territorio.

Giovedì 18 maggio dalle ore 15.00 in Piazza Scaravilli, a Bologna, è in programma l’evento ‘Costruire giustizia climatica: giornata di discussione tra ricerca e attivismo’. Dibattiti e tavole rotonde riempiranno la piazza della zona universitaria, guardando al World Congress for Climate Justice (WCCJ) in programma a Milano a ottobre 2023.

Sarà un momento importante di discussione, che purtroppo si inserisce in un calendario che, a causa delle condizioni meteorologiche, ci ha dato un nuovo drammatico assaggio di crisi climatica. La giornata si aprirà con il dibattito ‘Crisi climatica, guerra, crisi economica e sfruttamento: verso il World Congress for Climate Justice di Milano’, che vedrà gli interventi di Emanuele Leonardi (Università di Bologna), Francesca Coin (SUSPI Lugano) e Alex Foti (gruppo promotore WCCJ).

A seguire, sono in programma due tavole rotonde: la prima sulle dimensioni sociali della crisi climatica, la seconda dedicata agli aspetti economici. Entrambe le tavole rotonde saranno introdotte da una pluralità di relazioni di dottorande e dottorandi dell’Università di Bologna, a cui seguiranno gli interventi di docenti e attiviste/i. Tra gli ospiti, anche il Collettivo di Fabbrica GKN, la rivista Valori, oltre a collettivi e associazioni impegnate sui temi della giustizia climatica.

Nel pieno della crisi climatica, le voci delle ricercatrici e dei ricercatori restano inascoltate, e tanta conoscenza viene ricordata solo per commentare le tragedie. Eppure, il riscaldamento globale non è un’amara sorpresa, ma il frutto di decenni di profitti che calpestano le dignità di milioni di persone e devastano gli ecosistemi. Quello che viviamo è un tempo di scelte radicali: la nostra bussola è il profitto di pochi, o il benessere di tutt*? È una domanda semplice, a cui si possono dare solo risposte coerenti. Sono, quelle risposte, ciò che non abbiamo mai trovato nei palazzi istituzionali, e che cercheremo nella giornata di discussione del 18 maggio.

Maggiori informazioni: https://www.bolognaforclimatejustice.it/eventi/costruire-giustizia-climatica-giornata-di-discussione-tra-ricerca-e-attivismo

 

Ufficio stampa Bologna for Climate Justice