Nel processo sulla morte del ricercatore Giulio Regeni il 3 aprile la Procura di Roma ha chiesto al giudice dell’udienza preliminare di investire la Corte Costituzionale per superare la “stasi” del processo a carico dei quattro imputati. Una richiesta sollecitata in aula dal procuratore Francesco Lo Voi assieme all’aggiunto Sergio Colaiocco. L’istanza riguarda la costituzionalità dell’articolo 420-bis del codice di procedura penale circa l’“assenza” dell’accusato. Il giudice delle indagini preliminari si è riservato di decidere entro la data della prossima udienza fissata per il 31 maggio.

La Procura chiede di sollevare davanti alla Consulta la questione di costituzionalità della norma nella parte in cui non prevede che si possa procedere in assenza dell’accusato “nei casi in cui la formale mancata conoscenza del procedimento dipenda dalla mancata assistenza giudiziaria da parte dello Stato di appartenenza o residenza dell’accusato stesso”, cioè in una situazione come quella che si è verificata con le autorità egiziane.

“Noi siamo convinti e sempre più determinati dopo aver ascoltato il Procuratore capo, che ha detto che il processo per il sequestro e le torture su Giulio Regeni deve iniziare prima possibile e svolgersi in Italia” ha detto all’uscita dal Tribunale di Roma l’avvocato Alessandra Ballerini, che rappresenta la famiglia Regeni.  “Questo non solo per Giulio, ma perché venga sancito il  principio che cittadini italiani non possono essere torturati e uccisi”.

 

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