Il 13 aprile a Roma è stato presentato il Rapporto 2023 del Centro Astalli, una delle organizzazioni italiane più impegnate nel campo dell’accoglienza ai migranti in varie parti d’Italia, e che ci ha inviato una sintesi del rapporto.

“Ci fa piacere condividere il Rapporto Astalli 2023 https://www.centroastalli.it/wp-content/uploads/2023/04/Astalli_rapporto-2023.pdf: con dati e statistiche sui 18mila rifugiati e richiedenti asilo accompagnati nelle diverse sedi della Rete Territoriale, di cui 10mila a Roma.

Le testimonianze di Barry, fuggito dalla Sierra Leone , e di Hamed, rifugiato dell’Afghanistan, hanno introdotto i dati del Rapporto presentati nell’intervento di P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli.

Prezioso il contributo di Alessandro Bergonzoni che con le parole ci regala un bellissimo viaggio tra i temi delle migrazioni.https://www.youtube.com/watch?v=PA5qHqC_eWo

L’intervento del cardinale Matteo Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, intervistato da Bianca Berlinguer che ha condotto l’incontro, ha sottolineato la necessità di uscire dalla logica dell’emergenza per dare risposte di umanità e solidarietà a chi è costretto a lasciare il proprio Paese.

“Accogliere i rifugiati con dignità è possibile. La lezione che l’Italia non vuole imparare

Nel 2022 il numero di persone in fuga ha superato la soglia dei 100 milioni nel mondo (fonte: UNHCR).
Solo una piccola percentuale di questi cerca di arrivare in Europa. Le due vie principali di accesso sono quella del Mediterraneo e della rotta balcanica, percorse da chi è costretto, in mancanza di canali d’ingresso legali e sicuri, ad affidarsi ai trafficanti e ad affrontare viaggi lunghi e pericolosi. Sono state circa 5 milioni le persone che hanno fatto ingresso in UE dall’Ucraina dall’inizio del conflitto. Di queste 170mila sono arrivati in Italia nel corso dell’anno. La maggior parte è stata ospitata da connazionali già residenti in Italia e solo circa il 20% in strutture d’accoglienza del sistema pubblico, fugando così un’iniziale apprensione per l’impatto che la guerra avrebbe avuto sul sistema nazionale. Purtroppo l’esperienza della crisi ucraina non è bastata a fare una riflessione profonda su accoglienza e integrazione dei rifugiati. Anzi, in non poche occasioni nell’esperienza del Centro Astalli, è sembrato come se ci fossero due percorsi paralleli: uno per gli ucraini e uno per tutti gli altri.
In realtà si tratta di persone che si trovano nella medesima condizione. Afgani, siriani, somali, nigeriani sono tra le principali nazionalità di rifugiati accompagnati nelle varie sedi territoriali del Centro Astalli: anch’essi in fuga da guerra e persecuzioni.
La protezione temporanea concessa ai cittadini ucraini, la possibilità di accedere da subito al mondo del lavoro, l’opportunità di ricevere direttamente dei contributi economici e un sistema di accoglienza che ha risposto tempestivamente ai bisogni delle persone, sono state misure importanti che avrebbero potuto essere capitalizzate.
Invece i primi passi del nuovo Governo, dopo l’ennesimo braccio di ferro compiuto mentre i migranti erano sulle imbarcazioni in attesa di un porto sicuro, si sono concentrati su una rinnovata lotta alle Ong che si occupano del salvataggio in mare.
E neanche le vittime del naufragio di Cutro hanno sortito alcuna reazione politica di umanità, nonostante la società civile abbia chiesto con forza un cambiamento.”
Leggi il resto della sintesi (due pagine ndr) del Rapporto annuale 2023 di cui qui sopra abbiamo pubblicato una parte.https://www.centroastalli.it/wp-content/uploads/2023/04/Sintesi-Rapporto-annuale-2023.pdf

Sui social del Centro Astalli trovate un po’ di rassegna stampa e le foto relative alla presentazione del Rapporto Annuale 2023″