Chi lavora con i migranti sa bene cosa potranno significare i cambiamenti che verranno introdotti con gli emendamenti di conversione del cosiddetto Decreto Cutro: persone abbandonate a se stesse, private di assistenza, quella legata alla vita quotidiana, e di ogni possibilità di inserimento sociale. Ma soprattutto lo smantellamento dell’accoglienza fa naufragare un patrimonio enorme di relazioni sociali e saperi meticci che hanno trasformato tante comunità locali. Un appello.

Promosso dagli operatori legali dell’associazione “Don Vincenzo Matrangolo” di Acquaformosa – che gestisce otto progetti di accoglienza diffusa in provincia di Cosenza – l’appello è velocemente circolato all’interno dei circuiti SAI nazionali e in poche ore ha raccolto numerose adesioni e molte stanno ancora arrivando.

Chi lavora a stretto contatto con i migranti sa bene cosa potranno significare i cambiamenti che verranno introdotti con gli emendamenti di conversione del cosiddetto Decreto Cutro: persone abbandonate a se stesse, private di assistenza e di ogni possibilità di inserimento sociale. Di fatto, lo smantellamento dei SAI, un modello che, tra mille difficoltà, è riuscito a garantire una dignitosa accoglienza agli ospiti in armonia con i territori ospitanti.

L’esperienza delle associazioni promotrici descrive una realtà ben diversa da quella che si vuole imporre con la propaganda dell’attuale governo: grazie alla presenza dei migranti, nuovi cittadini di questi territori, molte comunità sono rinate e l’accoglienza ha funzionato: le persone hanno trovato ospitalità nelle case dei paesi, i bambini e le bambine frequentano le scuole, i genitori corsi di formazione professionale e di lingua. I SAI sono dei punti di riferimento qualificati per i nuovi ospiti e per i cittadini, e lo smantellamento di questo sistema significherà di fatto la criminalizzazione del fenomeno migratorio.


Il testo dell’appello

Decreto Cutro: dall’accoglienza alla disumanità.

A 50 giorni dal naufragio al largo delle coste di Steccato di Cutro, noi operatori legali del sistema SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione) esprimiamo con forza la nostra indignazione e la nostra ferma opposizione agli emendamenti di conversione del c.d. Decreto Cutro, emendamenti che rappresentano esclusivamente la violazione dei diritti dei migranti, in antitesi a quanto i tragici fatti di Cutro avrebbero dovuto insegnare. Il provvedimento così come concepito porterà ad uno smantellamento del sistema pubblico di accoglienza gestito dagli Enti Locali, dato il mancato accesso dei richiedenti asilo nel sistema SAI e il contestuale potenziamento degli hotspot e dei centri di accoglienza provvisori, con un dispendio inutile di risorse pubbliche.

Sottolineiamo anche lo scarso livello dei servizi che verranno erogati ai richiedenti asilo nei centri provvisori che verranno istituiti, e scritto a chiare lettere anche nella relazione tecnica allegata agli emendamenti proposti in riferimento all’art. 5 del c.d. Decreto Cutro; nella relazione tecnica si legge, infatti, che nelle strutture di accoglienza provvisoria “verranno erogate prestazioni di accoglienza inferiori e ridotte”, in totale sfregio della dignità e dei diritti delle persone.

Gli emendamenti proposti prevedono la possibilità di inserimento nei progetti SAI dei richiedenti asilo vulnerabili o provenienti da specifiche zone geografiche, che giungono in Italia con i corridoi umanitari, con una irragionevole disparità di trattamento nei confronti di persone provenienti dalle medesime aree geografiche, ma che giungono in Italia in maniera irregolare; a queste persone resterà comunque interdetta l’opportunità di accedere ai servizi di accoglienza di secondo livello, che riguardano l’integrazione delle stesse nel tessuto della comunità ospitante.

In un siffatto sistema, violativo dei diritti delle persone e di smantellamento del sistema pubblico di accoglienza, che ci riporta agli anni bui dell’inumana accoglienza, il testo che sta per essere approvato condurrà ad un peggioramento della condizione dei migranti, e ad un conseguente impatto negativo non solo sui territori, ma anche e soprattutto sul rispetto dell’essere umano in quanto tale. Chi vive quotidianamente il mondo dell’accoglienza, spendendosi affinché siano garantiti i diritti delle persone accolte, prodigandosi in modo che alle stesse venga data la possibilità di ricostruire vite interrotte, non può non esprimere il proprio sconcerto davanti a queste scelte scellerate, e non può non sottolineare che tali scelte vanno in totale opposizione a quello che dovrebbe essere uno Stato di diritto.

In tale ottica, il nostro dissenso si manifesterà con mobilitazioni di resistenza passiva a difesa dei diritti costituzionali e a tutela dei diritti delle persone.

Gli operatori legali dei progetti SAI di:

Acquaformosa (CS);
Centro MSNA di Acquaformosa (CS);
San Benedetto Ullano (CS);
Cerzeto (CS);

San Basile (CS);

San Giorgio Albanese (CS);
Vaccarizzo Albanese (CS);
San Sosti (CS);
Marzi (CS);
Belsito (CS);
Montalto Uffugo (CS);
Maida (CZ);
Cuneo;
Brescia;
Cellatica (BS);
Calvisano (BS);
Collebeato (BS)
Passirano (BS);
Santorso (VI);
CIAC di Parma;
Breno (BS);
Bagnatica (BG);
Val Cavallina (BG);
Sant’Alessio in Aspromonte (RC);
San Roberto (RC);
Capanna (RC);
Gioiosa Ionica (RC);
Cittanova (RC);
Cassino (FR);
Aquino (FR);
Arce (FR);
Sora (FR);
SAI della Provincia di Brescia.

I Sindaci:

Rosaria Amalia Capparelli, San Benedetto Ullano (CS);
Giuseppe Rizzo, Comune di Cerzeto (CS);
Vincenzo Tamburi, San Basile (CS);

Antonio Pomillo, Vaccarizzo Albanese (CS);
Vincenzo De Marco, San Sosti (CS);
Gennaro Capparelli, Acquaformosa (CS);
Michele Conia, Cinquefrondi (RC);
Franco Balzi, Santorso (VI);
Giancarlo Acerbi, Valdagno (VI);
Marco Guzzonato, Marano Vicentino (VI).

Altri:

Associazione Sabir (KR);
Rita Coco (giurista).

Per aderire scrivere a: assdonvincenzo@libero.it

L’articolo originale può essere letto qui