Alcuni giorni fa diverse organizzazioni territoriali romane, direttamente coinvolte e a contatto con le persone che percepiscono il Reddito di Cittadinanza, hanno lanciato la campagna “Ci vuole un reddito!” per difendere la misura che l’attuale Governo della presidente Meloni ha deciso, per il 2023, di riservare esclusivamente alle persone “occupabili” e di tagliare in definitiva nel 2024.

Secondo l’Istat, in Italia sono circa 5,6 milioni coloro che vivono in povertà assoluta, ovvero che non riescono ad avere accesso a beni e servizi considerati essenziali; circa 9 milioni le persone in povertà relativa, che hanno lo stretto indispensabile per sopravvivere; circa 15 milioni le persone a rischio esclusione sociale. Dati sulla povertà ai massimi storici, che conducono l’Italia ai primi posti delle classifiche europee per rischio di marginalità sociale. Un quadro socio-economico peggiorato negli ultimi anni a causa dell’emergenza pandemica prima e della guerra dopo, che hanno avuto un durissimo impatto sulle fasce più deboli, intervenendo ulteriormente in un contesto già profondamente segnato dalle disparità sociali”, si legge nell’appello lanciato dalla Campagna “Ci vuole un reddito”. Che prosegue affermando che “oggi nel nostro paese i 40 miliardari più ricchi detengono l’equivalente della ricchezza netta del 30% delle più povere e dei più poveri, ovvero di 18 milioni di persone adulte”.

D’altra parte da tempo i dati di Sbilanciamoci ci mostrano un’Italia sempre più drammaticamente diseguale: l’1% più ricco della popolazione adulta, mezzo milione di persone, detiene il 25% della ricchezza totale del Paese: ne deteneva il 17% nel 1995. Lo 0,1% più ricco degli italiani, 50mila persone, ha il 12% della ricchezza: un patrimonio medio di 21 milioni di euro. Lo 0,01% più ricco, 5mila persone, ha il 7% della ricchezza: un patrimonio medio di 128 milioni di euro. Al contrario, il 50% più povero della popolazione adulta, 25 milioni di persone, detiene il 3% della ricchezza del Paese: ne deteneva l’11% nel 1995. Sbilanciamoci propone da tempo l’ineludibile necessità di tassare in modo equo i redditi più alti e i patrimoni più consistenti per ridurre le disuguaglianze, far funzionare meglio l’economia e lo Stato, rafforzare i servizi pubblici e il welfare, sostenere le fasce più deboli della popolazione. Queste le 5 proposte avanzate da Sbilanciamoci: https://sbilanciamoci.info/wp-content/uploads/2023/01/PDFFONE-TAX-THE-RICH.pdf.

Di fronte ad un aumento esponenziale della povertà e ad un aumento intollerabile delle disuguaglianze: “È indispensabile– si legge nell’appello- che il Reddito di Cittadinanza non venga abrogato ma reso più ampio ed accessibile, attraverso l’eliminazione di criteri escludenti-come quello dei 10 anni di residenza per le/gli straniere/i o la mancata individualità che rende il RdC drammaticamente insufficiente nelle situazioni di fuoriuscita dalla violenza domestica”. La misura del Reddito di Cittadinanza ha svolto insomma un ruolo fondamentale per la tenuta della nostra società ed è stato il salvagente di emergenza per una rilevante fascia della popolazione, permettendo a 3 milioni e mezzo di persone di “superare la soglia della povertà e arrivare alla fine del mese”. Eppure, nonostante questi effetti positivi, l’attuale Governo ha deciso, per il 2023, di riservarlo esclusivamente alle persone “occupabili” e di tagliarlo in definitiva nel 2024. Intanto, da tempo e quasi quotidianamente si procede a “bastonare” coloro che hanno potuto usufruire in questi anni del Reddito di Cittadinanza attraverso una narrazione non priva di aspetti al limite della denigrazione e dell’offesa, con frasi del tipo: “prima di tutto dobbiamo mettere tutti gli italiani che sono nelle condizioni di farlo, di lavorare”. E lo “dico a tutti quelli che pensano di poter stare sul divano a ricevere il reddito di cittadinanza”.

Appare perciò urgente dar vita ad un’alleanza che sappia offrire un “controcanto” capace di modificare il senso comune che ritiene che le persone povere siano colpevoli della loro condizione, arrivando a considerare prioritario non il contrasto alla povertà ma la modalità di “trattamento” delle persone povere. È giunto il momento di dare una risposta a tutte e tutti coloro che faticano ad arrivare alla fine del mese e di rispondere e di reagire alla solitudine e alla costante incertezza di chi vive con il proprio reddito da lavoro, spesso precario, povero, mal retribuito e sfruttato o di chi un lavoro neanche lo ha.

Per questo, alcune organizzazioni che distribuiscono aiuti alimentari, parrocchie, case-famiglia, associazioni come Nonna Roma e Arci Roma, centri anti-violenza per le donne, cooperative di assistenza per migranti, sindacati di lavoratori e studenti, come la Cgil e link e comitati che si occupano del diritto alla casa, chiedono ad altre organizzazioni locali di unirsi alla campagna e alle organizzazioni nazionali di sostenerla.

L’obiettivo è quello di fermare la decisione del Governo Meloni attraverso una grande campagna nazionale unitaria, diffusa sui territori, in grado di mettere in campo iniziative, azioni e mobilitazione per difendere il Reddito di Cittadinanza e ripensarlo insieme in un’ottica inclusiva e universale per sconfiggere povertà e disuguaglianze.

Segnaliamo che sulla riforma del Reddito di Cittadinanza di recente è intanto intervenuta anche la Caritas con una proposta di creare 2 distinte misure: l’Assegno sociale per il lavoro e il Reddito di protezione. Il primo è rivolto alle persone in grave difficoltà economica, senza lavoro ma occupabili e prive di sostegni pubblici per la disoccupazione. La sua finalità è il re-inserimento lavorativo. Il secondo è rivolto invece alle famiglie in povertà, assicurando la possibilità di condurre una vita decente e offrendo percorsi di reinserimento sociale e di avvicinamento al mercato del lavoro. Qui la proposta della Caritas: https://www.caritas.it/riforma-delle-politiche-di-contrasto-alla-poverta-il-contributo-di-caritas-italiana/.

Per aderire al percorso e partecipare alla Campagna: scrivere a: civuoleunreddito@gmail.com.

Per informazioni sulla Campagna “Ci vuole un reddito”: https://www.facebook.com/civuoleunreddito;

https://www.instagram.com/civuoleunreddito/?igshid=YmMyMTA2M2Y%3D.