Lunedì scorso gli attivisti di Reggio Emilia sono riusciti a far votare dal loro Consiglio Comunale l’ambita onorificenza a favore del fondatore di WikiLeaks.  Come hanno fatto?  Ce lo spiega una di loro, passo per passo: una ricetta che, volendo, tutti noi potremmo utilizzare nei nostri Comuni.

Un’altra città italiana si appresta a riconoscere la cittadinanza onoraria a Julian Assange. Il Consiglio Comunale di Reggio Emilia ha infatti deliberato lunedì scorso (20/3/2023), a larga maggioranza, di impegnare il Sindaco, Luca Vecchi, a concedere l’onorificenza al giornalista ed editore australiano. Da quattro anni Julian Assange giace in una prigione di massima sicurezza di Londra, accusato di aver rivelato crimini di guerra che il governo statunitense e quello britannico volevano invece tenere segreti per lasciare impuniti i colpevoli e per continuare a far passare le loro guerre per “missioni di pace”.

Già lo scorso 31 gennaio, il Consiglio Comunale di Napoli aveva votato una mozione simile a quella emiliana, che impegna il Sindaco, il prof. Gaetano Manfredi, a far deliberare alla Giunta il conferimento della cittadinanza del capoluogo partenopeo ad Assange. Nei giorni successivi poi (il 15/2/2023), il Consiglio Comunale di Castelnuovo Cilento ha voluto riconoscere la cittadinanza onoraria ad Assange, con una formula immediatamente eseguibile (senza passaggio obbligatorio in Giunta).

Prima dei due Comuni campani, Assange aveva già ricevuto la cittadinanza onoraria a Pescara (2/9/2022), a Marcellinara (Catanzaro) il 18/7/2022 e a Lucera (Foggia) il 28/6/2022. Inoltre i consigli dei Comuni di Pinerolo (il 20/9/2022) e di Impruneta (il 15/4/2022) avevano impegnato i loro Sindaci a chiedere al Consiglio dei Ministri – per il tramite del Ministro degli Affari Esteri – di accordare la cittadinanza italiana a Julian Assange.

“Il conferimento della cittadinanza onoraria da parte di un piccolo Comune italiano può sembrare un gesto velleitario o comunque puramente simbolico”, ha affermato l’eurodeputata Sabrina Pignedoli, invitata dai cittadini emiliani a intervenire in loro nome durante la seduta del Consiglio Comunale di Reggio Emilia. “Invece, una iniziativa del genere ha una forte valenza politica, proprio perché spezza una lancia a favore della libertà di stampa e del #DirittoDiSapere di tutti noi cittadini.”

Sabrina Pignedoli interviene durante la seduta del Consiglio Comunale di Reggio Emilia. Foto di Movimento Free Assange Reggio Emilia

Si sa, inoltre, che l’ambasciata statunitense e quella britannica trasmettono diligentemente votazioni come quella emiliana ai loro rispettivi governi e pertanto mozioni del genere costituiscono un monito, realmente sentito, rivolto ai due paesi anglosassoni persecutori di Julian Assange. Un monito che dice: Altolà! Il mondo intero vi sta tenendo d’occhio. Riteniamo che debbano essere garantite l’incolumità e la libertà di espressione del giornalista ed editore Julian Assange – e, per estensione, quelle di qualsiasi giornalista investigativo che venisse a conoscenza di misfatti ingiustamente segretati e li pubblicasse. Chi lotta per una stampa libera e per il diritto all’informazione, come ha fatto Julian Assange, non va incriminato, va onorato.

“Proprio perché le mozioni come quella approvata a Reggio Emilia hanno un impatto che supera di gran lunga i loro confini, noi auspichiamo che tantissimi altri Comuni le adottino e siamo pronti a dare una mano a chi vuole provarci,” dice Marga Maria Venturi del Movimento Free Assange Reggio Emilia, il gruppo che ha elaborato la mozione popolare e l’ha proposto al consiglio comunale. “Basta contattarci tramite la nostra pagina web oppure scriverci a reggioemxassange@gmail.com.”

Da canto suo, il gruppo Free Assange Italia offre sul suo sito, oltre ad una mappa dei vari Comuni dove Julian è cittadino onorario, una pagina intera (in via di aggiornamento) con copie di tutte le mozioni finora votate, allo scopo di fornire un’ispirazione a chi vuole proporre una mozione nel proprio Comune. La pagina elenca anche le mozioni bocciate in alcune città del Nord: questo perché potrebbe essere utile, per imparare a redigere una mozione vincente, capire ciò che non ha funzionato in determinati contesti politici.

Il movimento Free Assange Wave propone anch’esso una mappa interattiva (in via di completamento) con l’indicazione di tutti i Comuni che hanno votato o bocciato mozioni di cittadinanza per Julian Assange.

Ma quali sono, in concreto, i passi da compiere per sollecitare i propri consiglieri comunali a conferire la cittadinanza ad Assange? “Il segreto”, confida Venturi, “è di non affidare la presentazione della mozione a un singolo consigliere o partito, ma di creare un movimento popolare cittadino che la faccia propria e che poi solleciti l’insieme dei consiglieri ad approvarla – un movimento dal basso, insomma. Questa strategia impone un gran lavoro capillare, bisogna mobilitare tutte le associazioni cittadine, i gruppi giovanili e via discorrendo. E’ comunque prudente cercare consigli per muoversi anche da qualche veterano della politica – che deve proporsi sempre a titolo personale, però. A noi, per esempio, sono stati di grande aiuto i consigli di alcuni componenti di Coalizione Civica.”

Questa ricetta è stata usata anche dagli attivisti di Free Assange Napoli: attraverso conferenze e manifestazioni, hanno sensibilizzato l’opinione pubblica partenopea e solo allora, forti di una petizione firmata sia da un grande numero di comuni cittadini, sia da personalità cittadine di spicco, hanno avvicinato i capigruppo di tutti i partiti. Una volta persuasi i capigruppo, la presentazione della mozione popolare in consiglio comunale è stata una passeggiata (solo 4 astensioni).

A Reggio Emilia, invece, nonostante il fatto che gli attivisti avessero raccolto non le 300 firme prescritte dalla legge per una mozione popolare bensì più di 1.200, il voto finale in consiglio è stato più travagliato: 19 voti a favore (Pd, Coalizione Civica, M5S, Europa Verde, Reggio È), 6 voti contrari (Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega Salvini Premier) e 2 astensioni (+Europa, un componente del Pd).

E ciò nonostante il fatto che gli attivisti del Movimento Free Assange Reggio Emilia avessero già svolto un grande lavoro di sensibilizzazione presso la cittadinanza e presso tutti i consiglieri comunali un anno fa, e con successo: il 18 luglio 2022, infatti, Reggio Emilia ha riconosciuto lo status di rifugiato politico ad Assange.

Il terreno, pertanto, si trovava già lavorato per l’iniziativa di lunedì scorso. Inoltre gli attivisti avevano dalla loro parte l’esecutivo comunale: durante la discussione della mozione popolare in consiglio, l’Assessora Carlotta Bonvicini, che sostituiva il Sindaco per l’occasione, si è espressa a nome dell’esecutivo per il sì. Eppure qualche intoppo c’è stato al momento della votazione.

“Ciò non dovrà succedere durante il passaggio finale in Giunta,” ha concluso Venturi. “Pertanto non ci smobilitiamo ancora. Torniamo a esercitare pressione dal basso a partire dalla settimana prossima, fino alla ratifica finale della delibera consiliare.

“La nostra costanza ha anche un altro scopo: vuole produrre un effetto a catena, smuovere il territorio.  L’eco di quello che si fa, lavorando dal basso, può essere davvero senza confini.”

NOTA: L’autore si scusa per qualsiasi involontaria omissione e prega gli eventuali Comuni che abbiano votato mozioni di cittadinanza o di asilo politico per Julian Assange, ma che non sono stati menzionati in questo articolo, di comunicarne i dati riguardante la delibera approvata (nonché, se possibile, una copia del testo) a info@boylan.it .