Gli antifascisti si sono dati l’appuntamento venerdì 24 marzo 2023, alle ore 17.30, in piazza del Pantheon a Roma, per una manifestazione a sostegno della sinistra e dei comunisti ucraini perseguitati dal regime di Kiev. La realtà politica che si è fatta promotrice di questa azione è il neonato Comitato di solidarietà con i comunisti e gli antifascisti perseguitati in Ucraina, che chiama alla mobilitazione contro il fascismo ucraino e contro la guerra, com le parole d’ordine: “No alla NATO! No all’Unione Europea che copre i crimini di Zelensky! No alle spese per armamenti!”.

All’iniziativa hanno aderito organizzazioni di sinistra da tutta Italia, tra cui Interstampa, Comunisti Milano e il Coordinamento Ucraina Antifascista.

“Il simbolo di questa lotta di resistenza al fascismo ucraino, che è allo stesso tempo una lotta di liberazione, è rappresentato dai dirigenti comunisti Mikhail e Alexander Kononovich, ancora oggi (dopo più di un anno) agli arresti, vessati quotidianamente e in pericolo costante”, si legge nel comunicato stampa del comitato.

Il saluto dei comunisti ucraini

E proprio dai fratelli Kononovich, in vista della manifestazione di domani, arriva il saluto e video-appello alla sinistra e ai comunisti italiani per fermare le persecuzioni degli antifascisti in Ucraina.

“Compagni italiani, aiutateci, vedete quello che ci stanno facendo. I regimi capitalisti approfittano della nostra frammentazione, della nostra azione disorganizzata, per questo ci stermineranno uno per uno. E’ arrivato il momento di unirci. O ci uniamo o saremo distrutti. Solo lotta”.

Le persecuzioni dei comunisti e della sinistra in Ucraina

Secondo le cifre forniteci dai Kononovich sono circa 300 i comunisti detenuti nelle prigioni ucraine, più di 100 sono stati uccisi, più di 5.000 sono riusciti a lasciare il Paese, più di 3.000 si trovano in clandestinità per evitare l’arresto. Più di 7.000 militanti hanno subito aggressioni pubbliche, vessazioni e persecuzioni politiche solo per il fatto di essere comunisti e antifascisti.

Proprio lunedì scorso, il 20 marzo, l’SBU ha condotto una retata contro il Partito Comunista dell’URSS, una piccola organizzazione messa al bando come il resto dell’opposizione a Zelensky. L’operazione ha coinvolto 45 persone accusate di cospirazione e attività sovversiva, per conto dell’FSB, i servizi russi.

Nei giorni precedenti due membri del KPU sono stati condannati rispettivamente a 15 e 10 anni di carcere duro, con le accuse di collaborazionismo e di essere agenti dell’FSB. Uno dei due soffrirebbe di una grave disabilità incompatibile con il regime carcerario.

“Per il regime essere comunista e antifascista è di per sé un crimine!”, commenta Mikhail Kononovich.

Il clima da caccia alle streghe trova conferma nella stampa locale che spesso riporta notizie surreali, come quella di un uomo di 66 anni sotto indagine per una maglietta. Secondo quanto riporta un articolo pubblicato il 3 marzo 2023 da Nikopolnews e firmato dalla giornalista Katerina Andrus, dall’emblematico titolo: “In piedi con una maglietta dell’URSS”, il malcapitato è stato denunciato dalla polizia di Pokrov, nel distretto di Nikopol, accusato di “fare propaganda al regime comunista” solo per aver indossato un indumento con una stampa sovietica, come se ne trovano tanti su Amazon o ai banchetti delle manifestazioni di sinistra in Italia.

Questo episodio grottesco riportato dalla stessa stampa ucraina dà la misura della drammatica contingenza vissuta di quei cittadini ucraini non allineati alle politiche del governo di Kiev o che non hanno fatto abiura degli ultimi cento anni di storia del loro Paese.

L’appello: