Nella mattinata del 25 marzo la Guardia Costiera libica – finanziata, equipaggiata e addestrata dagli Stati membri dell’Unione Europea –ha minacciato l’equipaggio della Ocean Viking con colpi d’arma da fuoco, prima di intercettare brutalmente circa 80 persone in difficoltà in acque internazionali.

La nave di soccorso Ocean Viking, gestita da SOS MEDITERRANEE, nelle ore precedenti era stata allertata da Alarm Phone della presenza di un’imbarcazione in pericolo in acque internazionali al largo della Libia. Mentre l’equipaggio della nave umanitaria si preparava al soccorso, la motovedetta 656 della Guardia Costiera libica è arrivata sul posto, avvicinandosi pericolosamente alla Ocean Viking. Tutti i tentativi del team di comando di contattarla via VHF (radio) sono rimasti senza risposta. L’equipaggio della motovedetta libica ha iniziato a comportarsi in modo aggressivo, minacciando con le armi e sparando colpi di fucile in aria, a poche decine di metri di distanza dalla nostra nave.

Dato che l’incolumità dell’equipaggio era minacciata, la Ocean Viking non ha avuto altra scelta che allontanarsi dalla scena, mentre la Guardia Costiera libica continuava a sparare colpi di arma da fuoco. L’aereo civile di sorveglianza Seabird 2, gestito dalla ONG Sea Watch, ha monitorato la scena. Seabird 2 ha in seguito confermato di aver avvistato persone cadute in mare dal gommone e poi recuperate. Circa 80 persone sono state dunque intercettate e riportate forzatamente in Libia.

È la seconda volta quest’anno che SOS MEDITERRANEE vede la Guardia Costiera libica mettere deliberatamente in pericolo la sicurezza dei naufraghi e del proprio equipaggio. A gennaio, aveva interferito mentre un’operazione di salvataggio era in corso, impedendo alla squadra di ricerca e soccorso a bordo della nostra lancia di tornare alla nave madre. Fortunatamente, i sopravvissuti e l’equipaggio, poco dopo, hanno potuto mettersi al sicuro sulla Ocean Viking.

Secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, nel primo trimestre dell’anno sono morte nel Mediterraneo centrale almeno 410 persone. Le notizie devastanti di naufragi come quello di Cutro hanno recentemente scosso l’opinione pubblica. Eppure, tutto ciò che arriva in risposta all’infinita scia di morte nel Mediterraneo centrale sono i colpi di arma da fuoco, sparati da mezzi finanziati ed equipaggiati dagli Stati membri dell’Unione Europea.

SOS MEDITERRANEE condanna questa escalation di violenza e la deliberata minaccia all’incolumità del nostro equipaggio e dei naufraghi nel Mediterraneo centrale da parte della Guardia Costiera libica, sponsorizzata dall’UE. Serve, e da anni continua a servire, una risposta umanitaria europea a ciò che avviene nel Mediterraneo.