La guerra tra Russia e Ucraina continua con la massima violenza e vede coinvolti attivamente gli altri Paesi europei, che sono di fatto entrati nel conflitto sostenendo Kiev con l’invio di armamenti sempre più potenti e con le sanzioni economiche contro Mosca, mentre la NATO insiste nel tentativo di espandersi in Paesi confinanti con la Russia (o comunque molto vicini, come la Svezia), che finora avevano mantenuto una posizione di neutralità.

In un mondo avviato verso la multipolarità, gli USA difendono la propria egemonia alimentando, direttamente e indirettamente, questa “guerra per procura” che si svolge sul territorio europeo e le cui conseguenze ricadranno sui Paesi europei, esposti ogni giorno di più al rischio di venire coinvolti in un conflitto nucleare.

Il ruolo dei Paesi europei dovrebbe essere quello di impedire questo tentativo di piegare la Russia. Dovrebbero far prevalere la volontà dei popoli di convivere pacificamente in tutta la regione, anziché acconsentire a svolgere il lavoro sporco a tutto vantaggio degli USA.

Invece i governi europei sono disposti ad alimentare il conflitto anche a costo di provocare un’ecatombe in Ucraina, condannare i nostri Paesi alla devastazione economica ed esporli al rischio di ritorsioni nucleari. Ubbidiscono all’imperativo statunitense di applicare alla Russia sanzioni che danneggiano le nostre economie, mentre Biden ne approfitta per rivitalizzare quella del suo paese e favorire gli interessi del potente complesso militare-industriale; oltre, beninteso, per raggiungere l’obiettivo strategico di troncare ogni tipo di collaborazione presente e futura tra paesi europei e Russia.

È evidente che sarà possibile risolvere questa crisi solo attraverso una decisa azione diplomatica svincolata dagli interessi statunitensi.

Pretendiamo che il governo italiano, nel rispetto della volontà della maggioranza della popolazione e dei principi costituzionali, si adoperi per il raggiungimento di una pace autentica, che tenga conto delle radici del conflitto e della volontà delle popolazioni coinvolte.

Aderiamo alla giornata di mobilitazione per la pace del 2 aprile per manifestare la nostra ferma intenzione di porre termine a questo disastroso conflitto.