UniCredit apre oggi la stagione delle assemblee degli azionisti dei grandi gruppi bancari italiani; per il quarto anno di seguito si tratterà di un incontro senza partecipazione fisica o in remoto degli azionisti. La seconda banca italiana per asset e tra le prime 40 a livello mondiale[1] si è infatti avvalsa della facoltà concessa dal Decreto Milleproroghe di convocare l’assemblea a porte chiuse[2] come strumento di prevenzione della diffusione della pandemia Covid – 19. Una scelta anacronistica, che limita la possibilità di poter incalzare direttamente il management di piazza Gae Aulenti su alcune questioni rilevanti quali il posizionamento della banca in tema di ambiente e clima, che presenta delle importanti lacune.

Dai dati in nostro possesso[3] risulta che, dal 2016 a oggi UniCredit abbia versato 8,2 miliardi di dollari in forma di prestiti e sottoscrizioni alle principali compagnie che stanno espandendo il proprio business nel settore oil&gas. Tra le compagnie dei combustibili fossili destinatarie di queste ingenti somme di denaro prima dell’entrata in vigore dell’attuale policy sul clima del gruppo (gennaio 2022) troviamo Gazprom, principale compagnia energetica russa, che ha beneficiato in passato di 800 milioni di dollari da parte di UniCredit. Al 1° gennaio 2022, il gruppo guidato da Andrea Orcel risultava essere la seconda banca occidentale attiva in Russia[4]. Nel corso dell’ultimo anno è stata effettuata un’importante attività di derisking, che ha ridotto l’esposizione finanziaria verso la Federazione Russa del 66%,[5] ma il gioco è ancora guidato dalla volontà del presidente russo Vladimir Putin, che ha posto un veto sulla cessione degli asset russi da parte delle istituzioni finanziarie occidentali.[6]

Nel 2022, i finanziamenti di UniCredit all’espansione del settore oil&gas, per un ammontare di 270 milioni di dollari, si sono concentrati su Eni. Il cane a sei zampe resta al primo posto tra le società di combustibili fossili che hanno beneficiato del supporto finanziario del gruppo di Milano dalla sigla dell’Accordo di Parigi a oggi con un totale di 5,8 miliardi di dollari. A tal proposito, recentemente UniCredit si è tirata fuori da Rovuma LNG[7], a guida Eni e il più grande dei progetti di gas naturale liquefatto in Mozambico, un Paese attualmente segnato da conflitti interni, in modo particolare nella provincia settentrionale di Capo Delgado, ricca di risorse energetiche. Il mancato coinvolgimento di UniCredit è sicuramente una buona notizia, soprattutto per spingere altre istituzioni finanziarie a fare lo stesso e interrompere dunque il finanziamento al devastante progetto. Allo stesso tempo, mette in luce le lacune della policy sul clima del gruppo, ovvero la mancanza di linee guida che impediscano a UniCredit di continuare ad arricchire le casse di Eni e di altre compagnie coinvolte nell’espansione del settore oil&gas.

“Chiediamo a UniCredit di rivedere il proprio posizionamento in termini di ambiente e clima smettendo di finanziare compagnie che continuano ad espandere le proprie attività nel settore oil&gas. Non finanziare singoli progetti non basta, perché non taglia in maniera definitiva i legami con società che fanno profitti e devastano territori a danno dell’ambiente, del clima e delle persone”, commenta ReCommon.

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[1]https://www.spglobal.com/marketintelligence/en/news-insights/latest-news-headlines/the-world-s-100-largest-banks-2022-69651785

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[2]https://www.recommon.org/assemblee-degli-azionisti-a-porte-chiuse-la-protesta-della-societa-civile-italiana/

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[3]Dove non diversamente specificato, il riferimento è a dati aggiornati al 01.01.2023, che sono stati elaborati da ReCommon sulla base della ricerca realizzata dalla società olandese Profundo B.V (www.profundo.nl) attraverso il database Refinitiv (in precedenza noto come Thomson EIKON). Per ‘finanziamenti’ si intendono prestiti e sottoscrizione di azioni e bond.

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[4]https://www.ft.com/content/98f91997-db83-4a23-8497-9348c7e7247f

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[5]https://www.ilsole24ore.com/radiocor/nRC_31.01.2023_08.02_11410114?refresh_ce=1

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[6]https://www.ft.com/content/98f91997-db83-4a23-8497-9348c7e7247f

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[7]https://www.banktrack.org/blog/who_dares_to_finance_eni_and_exxon_s_dangerous_rovuma_gas_plans_in_mozambique