Lo sciopero della fame portato avanti da Alfredo Cospito dallo scorso 19 ottobre contro il regime di 41 bis, a cui è sottoposto dalla primavera del 2022, ha contribuito a riaprire la discussione su un provvedimento eccezionale di regime penitenziario che istituisce il cosiddetto “carcere duro” nato come una misura temporanea prima delle stragi di mafia del 1992 e del 1993 che doveva servire a isolare i criminali colpevoli di attività mafiosa dal corpo organizzato dell’associazione criminale per impedire che dal carcere si continuasse a dirigere il malaffare. Almeno questo è stato detto per contentare le anime belle del nostro Paese. 

Ma sfuggono tanti leggeri particolari: 

– ma quante centinaia di boss mafiosi ci sono ed operano nel territorio italiano se al 41 bis sono detenuti 728 carcerati di cui solo 4 politici (tre brigatisti e Alfredo Cospito) ? 

– ma come mai a stragisti di alta caratura, come PierLuigi Concutelli e Giusvà Fioravanti, responsabili di crimini contro lo Stato (uccisione di magistrati, poliziotti, stragi) e di centinaia di omicidi non è stato applicato il 41 bis, ma anzi dopo una ventina di anni di detenzione oggi sono liberi di circolare fra la gente?

– come mai si applica il 41 bis ad Alfredo Cospito, anarchico, accusato di un attentato (di cui lui si dichiara estraneo) ad una scuola dei carabinieri, due bombe artigianali a basso potenziale in un cassonetto vicino alla scuola per carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo, attentato avvenuto di notte e che non ha causato nessun ferito e pochissimi danni? 

Il 41 bis che viene applicato a Cospito nel 2022, dopo sei anni di detenzione, e dopo che sotto richiesta del procuratore generale, cioè l’accusa, la Corte di Cassazione ha deciso che Cospito deve essere giudicato per il reato di “strage contro lo Stato”, sulla base dell’articolo 285 del codice penale, che prevede l’ergastolo anche se l’attentato non ha provocato alcun morto o ferito e prevede la possibilità che questo si trasformi in ergastolo ostativo (a vita). Una scelta durissima, basti pensare che l’articolo 285 non è stato applicato né per le stragi mafiose di Capaci e via d’Amelio, né per quella della stazione di Bologna, stragi che causarono decine e decine di vittime. 

Le ragioni sono tante. Il 41 bis è un regime di tortura e di terrore, dove vengono calpestate le più elementari norme dei diritti civili, che serve come arma di distruzione e annientamento degli individui per dare un segnale ben preciso per chi sta fuori le galere. 

Nel regime di 41 bis c’è una precisa volontà di annientamento della persona. Qualunque sia il crimine che possa aver commesso quella persona, il 41 bis è una vergogna indegna di un Paese civile.

Si può pensare che tutte le norme del 41 bis siano state concepite per la sicurezza del Paese e per isolare i “criminali” dal corpo dell’organizzazione malavitosa? 

Elencando le norme restrittivi del 41 bis non mi sembra proprio così. 

Chi è soggetto al 41 bis ha l’obbligo di rimanere in cella per 21 ore al giorno. Ha diritto massimo a due ore d’aria (in cortili con alte mura) e ad una di “socialità”, riducibili ad una sola ora d’aria per ritenute ragioni di pericolosità. 

Nelle “aree riservate”, cioè di massima sorveglianza (dei veri e propri sottoscala) l’ora d’aria si fruisce in piccoli e ristretti cortili, che non permettono nemmeno di azzardare un passo di corsa. 

I colloqui con i familiari sono solo di un’ora al mese, e sempre divisi da un vetro. Un detenuto non può nemmeno sfiorare la mano di un figlio o di una moglie per anni.

Quasi tutti i reparti con 41 bis non sono dotati di struttura sanitaria adeguata. Le visite mediche, qualunque ne sia la natura, si svolgono nella medesima stanza, con le ovvie conseguenze in termini di igiene e avvengono sempre alla presenza di una guardia della polizia penitenziaria, che ascolta la conversazione fra medico e paziente e assiste alla visita. 

E’ vietato lo scambio di oggetti tra soggetti dello stesso gruppo di socialità salvo autorizzazione del Giudice di Sorveglianza. 

Non si possono ricevere libri per studiare, non si può essere seguiti da professori o tutor.  

Abbigliamento e libri di lettura vengono contingentati. 

Si possono guardare limitatissimi canali TV. 

Non si può ascoltare musica, per quanto incredibile questo possa essere (come si può concepire che ascoltare musica in una cella possa mettere in pericolo il Paese?) 

Il 41 bis è una vergogna del sistema carcerario italiano e si deve ad Alfredo Cospito l’avere posto all’ordine del giorno la revisione di questa norma disumana da regime emergenziale e dittatoriale. 

Con questo non voglio dare nessun appiglio ai tanti criminali mafiosi che si sono macchiati di crimini efferati, ma non è con una vendetta sadica e disumana che si può pretendere di fare “giustizia”, ci sono tanti sistemi per non fare comunicare i boss con le organizzazioni malavitose all’esterno delle galere.  

Il 41 bis è tortura di Stato e va soppresso.