Un agente dei servizi di sicurezza russi (FSB) è stato arrestato nella regione di Leopoli. Lo ha comunicato giovedì mattina la sicurezza ucraina (SBU) sui propri canali social. E’ ritenuto responsabile degli attacchi russi contro le infrastrutture strategiche: avrebbe fornito, riferiscono i servizi ucraini, le coordinate degli obiettivi di missili e droni kamikaze alle forze russe.

L’indagato è un ingegnere di un’impresa statale dell’Est Ucraina, di cui non viene specificato né il nome né l’età. Nei suoi confronti è stata disposto il carcere preventivo senza cauzione. Secondo l’SBU l’uomo sarebbe stato reclutato come agente all’inizio dell’aggressione russa. Avrebbe dapprima “raccolto informazioni sulla posizione di oggetti strategici nelle regioni sud-orientali dell’Ucraina”, poi con il “pretesto di un viaggio d’affari”, si sarebbe recato a Kiev e Zaporizhia per ”identificare le strutture delle infrastrutture energetiche e ferroviarie su cui il nemico ha effettuato attacchi missilistici”. Infine sarebbe stato catturato in flagranza di reato, mentre inviava delle informazioni di intelligence al nemico.

Nessuna di queste accuse, gravi e circostanziate, sembra essere supportata da prove. L’SBU ha infatti pubblicato evidenze dell’orientamento politico dell’indagato, non dei suoi presunti crimini, tra cui:

  • Vecchie foto di una manifestazione del Partito Comunista d’Ucraina1 (KPU);

  • Una foto assieme al leader comunista Pyotr Simonenko;

  • Medagliette e gadget comunisti, bandierine e nastrini rossi, tricolore russo e di San Giorgio;

  • Un opuscolo sulla Russia;

  • Un busto di Lenin.

Inoltre sono stati mostrati gli screenshot di due scambi di messaggi, risalenti ad ottobre e novembre 2022, in cui l’uomo si lamenta della ritirata da Kherson dei russi e si augura l’”azzeramento” di Kiev e Leopoli. Per quanto ciò sia orribile, non dimostra la complicità con l’FSB, ma soltanto che un cittadino ucraino si trova in carcere senza processo per il suo pensiero e per la sua appartenenza politica.

L’infondatezza del comunicato dell’SBU lascia pensare alla cattura non di un agente russo, ma di un capro espiatorio scelto tra gli oppositori politici, da mostrare come responsabile degli intensi bombardamenti condotti nei giorni precedenti su tutto il territorio ucraino controllato da Kiev.

Meno di un mese fa i comunisti di Dnipro e Kryvoy Rog erano finiti nel mirino dell’SBU, che aveva effettuato perquisizioni a tappeto nei domicili e luoghi di lavoro. Il Partito Comunista d’Ucraina è stato definitivamente vietato lo scorso 7 luglio e molti suoi dirigenti sono stati costretti a nascondersi o andare in esilio per evitare l’arresto e le persecuzioni.

1 Le attività politiche del KPU sono state vietate nel 2015, dunque è plausibile che si tratti di immagini precedenti.