E’ stata pubblicata la nuova Mappa dell’Intolleranza (la numero 7) voluta da VOX – Osservatorio Italiano sui Diritti, in collaborazione con l’Università Statale di Milano, l’Università di Bari Aldo Moro, Sapienza – Università di Roma e IT’STIME dell’Università Cattolica di Milano, che fotografa l’odio via social.

I risultati? L’odio online si radicalizza, si fa più intenso, più polarizzato. Appare evidente il ruolo di alcuni mass media tradizionali nell’orientare lo scoppio di “epidemie” di intolleranza. Tra le categorie più colpite, le donne ancora al primo posto, seguite dalle persone con disabilità e dalle persone omosessuali, tornate, dopo anni, nel centro del mirino.

Nel 2022 si è registrata una maggiore radicalizzazione dei discorsi d’odio che hanno preso di mira innanzitutto le donne, le persone con disabilità, le persone omosessuali. Per queste ultime vale la pena rilevare che l’odio nei loro confronti si era progressivamente attenuato negli anni, fino a rappresentare una percentuale minima sul totale. Negli anni, lo stesso discorso vale per le persone con disabilità. Appare dunque evidente che una delle connotazioni dell’odio online rilevate dalla Mappa n.7 è una forte concentrazione sui diritti della persona, sia essa donna, gay o disabile. Una situazione che fa emergere sempre di più la necessità di educare all’uso dei social network e di ripensare le relazioni fra mass media, piattaforme social e utenti, al fine di prevenire forme sempre più radicali di odio, che possono superare i confini della dimensione online e tradursi in atti concreti come i femminicidi o i sempre più frequenti attacchi di bullismo.

Nel 2022 al primo posto, come si diceva, svettano le donne (43,21%), seguite da persone con disabilità (33,95%), persone omosessuali (8,78%), migranti (7,33%), ebrei (6,58%) e islamici (0,15%). A fronte di un 2021, che vedeva una diversa distribuzione: donne (43,70%,), seguite da islamici (19,57%), persone con disabilità (16,43%), ebrei (7,60%), persone omosessuali (7,09%) e migranti (5,61%). Analizzando i dati dei singoli cluster, un altro elemento significativo che emerge è che in tutti i cluster la percentuale di tweet negativi è più alta rispetto alla percentuale di tweet positivi (disabili: 98,8% negativi vs. 1,2% positivi; omosessuali: 94,1% negativi vs. 5,9% positivi; ebrei: 97,7% negativi vs. 2,3% positivi; donne: 89,9% negativi vs. 10,1% positivi; islamici: 99,9% negativi vs. 0,1% positivi; xenofobia: 79,2% negativi vs. 20,8% positivi).

In generale, i picchi più alti di odio si sono avuti: contro le donne, in occasione dell’elezione di Giorgia Meloni a presidente del Consiglio e della sua scelta di usare il maschile per il suo titolo. Drammatica, la concomitanza dei picchi d’odio con i femminicidi, come purtroppo le rilevazioni della Mappa dell’Intolleranza evidenziano da anni; contro le persone con disabilità, in concomitanza con un’omelia di papa Francesco che invitava a considerare la disabilità una sfida per costruire insieme una società più inclusiva. E in seguito alla notizia di un taxista veronese, rifiutatosi di prendere a bordo un disabile; nei riguardi delle persone omosessuali, in occasione del monologo di Checco Zalone al festival di Sanremo, che ha raccontato una favola LGBTQ, e in generale in concomitanza con aggressioni omofobe; contro i migranti, in occasione degli sbarchi e dei discorsi di papa Francesco improntati all’accoglienza e all’inclusione; contro gli ebrei, in occasione della Giornata della Memoria e ogni qualvolta si verifichino aggressioni contro ebrei, di stampo antisemita; contro i musulmani, in occasione della sentenza per l’attentato a Parigi al Bataclan e dell’uccisione in Siria da parte degli americani di due dirigenti dell’Isis.

Le maggiori concentrazioni di discorsi d’odio e discriminatori si sono registrate: per l’antisemitismo nel Nord Italia e nel Lazio; per l’islamofobia in Piemonte, nel Nord Est e in Emilia; per la misoginia nel Centro Nord, Centro e Centro Sud, in particolare, Bologna, Terni, Roma, Caserta; per l’omofobia in tutto il Nord e soprattutto nel veronese e in Calabria; per la xenofobia nel Nord Est e nell’alto Lazio, con forte concentrazione a Roma e in Puglia; per la disabilità, nel Nord Ovest, in Emilia e in Toscana.

La Mappa dell’Intolleranza è soprattutto un progetto di prevenzione, pensato per amministrazioni locali, scuole, associazioni che lavorano sul territorio. Per chiunque abbia bisogno di strumenti adeguati e mezzi di interpretazione di realtà sempre meno codificabili, per combattere l’odio e l’intolleranza. E per chiunque pensi che tutti noi abbiamo bisogno di nutrire la cultura del dialogo.

Per la Mappa e tutti gli approfondimenti: http://www.voxdiritti.it/la-nuova-mappa-dellintolleranza-7/.