Più di un anno fa avevamo intervistato Maurizio Tritto  che aveva intrapreso un lungo sciopero della fame per denunciare la drammatica situazione del CPR di Palazzo San Gervasio (Potenza). Poco si era mosso, ma lui non aveva rinunciato a gridare in tutti i modi la violenta ingiustizia che in quel luogo, come in tutti i CPR, si compiva. Ha continuato a cercare informazioni, contatti, scrivere, denunciare, fare esposti. In questi giorni ha ripreso lo sciopero della fame; il servizio andato in onda all’interno della trasmissione “Striscia la notizia” ha dato una spinta in direzione della sua causa. Torniamo a parlare con lui, sostenerlo ci sembra molto importante.

Cosa è  successo dal periodo in cui facesti lo sciopero della fame ad oggi?

Le notizie dal Cpr arrivano ancora più risicate di prima. Ciò che ho sentito dire è che i casi di autolesionismo, forse anche i tentativo di suicidio, sono aumentati notevolmente. Personalmente ho continuato a ricercare notizie ufficiali e negli ultimi due mesi ho tentato di coinvolgere la Stampa del territorio, senza però aver avuto alcun serio riscontro. Le redazioni inizialmente si mostravano disponibili, ma i continui ritardi, i rimbalzi, le scuse sulla mancanza di tempo, erano per me un chiaro atteggiamento di chi, nella migliore delle ipotesi, non mostrava alcun interesse, o di chi forse temeva di ritrovarsi fra le mani una patata troppo bollente.

Come si può sapere cosa avviene dentro il CPR di Palazzo San Gervasio?

Gli unici che possono entrare nel Cpr senza autorizzazione da parte della Prefettura di Potenza sono i parlamentari, il Garante per i diritti dei detenuti e l’UNHCR. Per i giornalisti e le associazioni che si occupano di diritti civili, nel Cpr di Palazzo San Gervasio è oggi praticamente impossibile accedere e quindi capire cosa accade al suo interno.

Spiegaci quello che sai sulla gestione della ditta che aveva l’appalto

La Società che ha vinto la prima gara d’appalto per la gestione del Cpr si chiamava Engel Italia Srl. Di questa Società, sul web si potevano facilmente trovare diverse notizie che mettevano in cattiva luce l’operato in precedenti esperienze nell’ambito dell’accoglienza dei migranti. Tempo fa sono riuscito a parlare con l’avvocato che si è occupato della difesa del Comune di Capaccio in un ricorso presso il Tribunale Amministrativo Regionale Campania, sezione distaccata di Salerno. Anche se con altro nome (Associazione Engel For Life Onlus), tale associazione faceva capo e riferimento al Sig. Forlenza (proprietario di Engel Italia Srl) o a suoi stretti familiari.

Il ricorso fu intentato per chiedere l’annullamento della delibera del Comune di Capaccio, che di fatto toglieva loro l’appalto in corso d’opera per gravi motivi, che andavano dalla precaria situazione sanitaria degli ambienti e del cibo al mancato pagamento dei pocket money. La sentenza del Tribunale di Salerno del 22 Settembre 2020, alla quale non è seguito un ricorso al Consiglio di Stato da parte dell’Associazione (o Società che si voglia dire), respingeva le richieste dando di fatto ragione al Comune di Capaccio che, durante il procedimento, aveva presentato elementi e prove inconfutabili.

Attualmente, la ex Engel Italia Srl, che fra l’altro ha una situazione debitoria con molte imprese e attività commerciali di Palazzo San Gervasio, ha cambiato nuovamente i suoi “connotati”, presentandosi alla seconda gara indetta dalla Prefettura di Potenza per la gestione del Cpr di Palazzo San Gervasio con il “nuovo” nome di Martinina Srl.

Tutte queste notizie, il continuo cambio d’intestazioni societarie, la situazione debitoria, la carente gestione anche del Cpr di Palazzo San Gervasio messa in evidenza dal rapporto del Garante, dovrebbero essere quanto meno un motivo di maggiore attenzione da parte di Enti e Prefetture (nb: la Engel ha lavorato anche al CPR di Milano).

Cosa avevano promesso i politici locali sulle possibili ricadute positive sul territorio? E cosa è successo in realtà?

L’ex Sindaco Michele Mastro, in pieno periodo di campagna elettorale, aveva dichiarato ai microfoni del Tg3 Regionale che la riapertura del Cpr avrebbe apportato al paese incentivazioni economiche-lavorative. Di fatto sembra non essere stato così e se si volesse credere al karma, a dimostrazione della mia tesi, si potrebbe anche pensare che l’inchiesta della Procura di Potenza che lo ha riguardato per vicende legate al Cpr, nel momento in cui è stato sottoposto al provvedimento degli arresti domiciliari per diversi mesi, sia stata una sorta di boomerang.

Ti sembra che l’indifferenza del territorio su questo luogo sia stata una costante in questi anni? E’ cresciuta?

L’indifferenza della Comunità di Palazzo San Gervasio è praticamente rimasta tale, un’indifferenza che in molti casi, e lo dico senza peli sulla lingua, diventa insensibilità ai diritti civili e alla libertà. Solo le immagini crude del recente servizio di Striscia la Notizia sembrano aver riportato molti miei concittadini alla ragione.

Molti mi hanno riferito che mai avrebbero pensato che, a poca distanza dal nostro centro abitato, degli esseri umani potessero vivere in luoghi e condizioni simili a quelle di un canile, subendo vessazioni di tale genere. Assordante continua invece ad essere il silenzio della nuova Amministrazione Comunale, composta in gran parte da esponenti di quella precedente.

Questo servizio di Canale 5 ha fatto scalpore?

Il servizio di Striscia la Notizia ha creato notevole scalpore nella comunità. Sono una persona a cui piace stare fra le persone per dialogare e confrontarsi. Con grossa sorpresa le mie orecchie hanno anche potuto ascoltare tesi difensive sull’operato delle Forze dell’Ordine, tesi che farneticavano addirittura una manipolazione del video o che giustificavano la violenza subita dal malcapitato. Io invece non temo di definire le immagini viste con il nome di TORTURA.

Sei ripartito con un nuovo sciopero della fame. Con quali obiettivi, tempi, prospettive?

Si… dal 23 gennaio sono nuovamente in sciopero della fame. L’intento di questa ennesima iniziativa resta sempre quello di accendere i riflettori su quel postaccio, cercando di svegliare la coscienza dei politici e delle istituzioni. Questa volta però sto anche chiedendo a tutti i consiglieri di indire con urgenza un Consiglio Comunale straordinario aperto e monotematico sul Cpr, durante il quale, oltre al momento di confronto, potrebbero essere sottoposte all’attenzione dei consiglieri stessi delle strategie legali per tentare la chiusura definitiva del Cpr.

Ad oggi, 27 gennaio 2023, escludendo l’attenzione dimostrata da una consigliera di opposizione non ho potuto riscontrare da parte degli altri alcuna volontà di attivarsi in tal senso. A mio avviso, se tale silenzioso atteggiamento d’indifferenza continuasse, il Comune di Palazzo San Gervasio si metterebbe in una posizione moralmente assai pregiudizievole rispetto alla difesa dei diritti civili.

Forse questo per i nostri politici è un argomento poco importante, e Palazzo è un luogo che ha sicuramente ben altri motivi per essere conosciuto e riconosciuto, ma la macchia “donata” dal CPR costituirebbe certamente un grosso danno di immagine per un comune piccolo come il nostro.