Il CENIDH, centro nicaraguense di diritti umani, ha pubblicato il 20 gennaio il report annuale sulla situazione in Nicaragua.

Nel rapporto di 76 pagine si trovano numerosi dati sulle denunce raccolte e l’analisi della situazione dellə prigionierə politichə, della condizione di detenzione e delle irregolarità dei processi che hanno portato alle condanne.

L’organizzazione ha raccolto e seguito casi di condanne extragiudiziarie con la violazione del normale processo penale dovuto alla totale mancanza di separazione tra i 3 poteri nel Nicaragua di oggi.

Il rapporto approfondisce la situazione dei crimini legati alle terre indigene delle due repubbliche autonome del Caribe nord e sud (RAAN e RAAS), della situazione delle incarcerazioni di oppositorə politichə e delle migrazioni.

È utile focalizzare l’attenzione sulla questione dei diritti umani che il governo calpesta da anni all’interno di un quadro sociopolitico che dal 2018 è stato stravolto da proteste di massa schiacciate da una repressione che ha lasciato 355 morti, migliaia di feriti, oltre 150.000 persone costrette a fuggire all’estero e 235 prigionierə politichə incarceratə.

Sintetizzando in punti emergono 3 aree

  • La situazione drammatica delle popolazioni indigene Misikitos e Mayangnas nella RAAN (Repubblica Autonoma Atlantico Nord) che vivono un’invasione delle loro terre da parte di coloni che hanno l’appoggio del governo centrale. 14 rappresentanti delle comunità hanno firmato un appello in cui denunciano la situazione dei loro territori (che sarebbero protetti da un’autonomia che rimane soltanto sulla carta allo stato attuale): “i programmi promossi dal governo sono stati disegnati per portarci alla sottomissione e allo sterminio, il governo non ha mantenuto le promesse fatte al suo insediamento, i popoli indigeni continuano a vivere senza possibilità di sviluppo sociale, culturale, economico e nei casi di omicidi impera l’impunità. I coloni hanno assassinato 64 indigeni miskitos e mayangna. Non c’è giustizia per le violazioni dei diritti umani delle comunità indigene che difendono la madre terra.”
    Denunciano che l’invasione delle loro terre ha contato con la protezione del governo regionale e del potere esecutivo. “I guardaboschi (che sono i gruppi di persone della comunità che controllano il territorio e preservano le riserve naturali) hanno catturato gli invasori di terre protette, li hanno consegnati alle autorità e queste, su pressione del governo, hanno rilasciato i coloni che sono tornati liberi ad uccidere altri indigeni.”
    Hanno indicato che nelle ultime due generazioni non si era mai visto un’invasione di terre così distruttiva e di massa, in alcuni territori si sono appropriati dell’80% delle proprietà comunitarie distruggendo boschi, fonti d’acqua e la fauna di quelle zone. La conseguenza dell’invasione da parte dei coloni comporta l’impoverimento, la fame, la migrazione forzata e di massa e l’aumento della violenza, l’imposizione del terrore con droga, furti oltre al resto.
    Alcuni funzionari locali hanno intimato alle comunità di adeguarsi e di coabitare, coesistere con gli invasori, come dimostrazione della complicità dei governi locali il 7 dicembre 2022 la sindaca di Waspam, Rose Kunningham Cain, ha informato la giunta comunale che: “il governo del Nicaragua ha stabilito il libero accesso dei coloni nel territorio a partire dal gennaio 2023 e ogni possibile persona della comunità che si opporrà a questa decisione sarà arrestato.”
  • La situazione dellə prigionierə politichə:
    235 persone prigioniere politiche attualmente si trovano nei due penitenziari principali in condizioni disumane, in particolare all’interno delle mura del Sistema Penitenciario Jorge Navarro (La Modelo) e della Dirección de Auxilio Judicial (DAJ) più conosciuta come el Chipote in isolamento e senza possibilità di comunicare con famigliari.
    Le condizioni di detenzione delle persone prigioniere non rispettano gli standard dei diritti umani internazionali, lə famigliari costituitiə in associazioni hanno denunciato a più riprese le conseguenze dell’isolamento prolungato dellə detenutə, in particolare la perdita di peso per mancanza di alimentazione adeguata, la mancanza di qualsiasi oggetto per l’uso quotidiano (ad esempio lenzuola, coperte per ripararsi dal freddo, medicinali, generi di prima necessità), mancanza di illuminazione adeguata al benessere fisico, mancanza di luce solare diretta, negazione di assistenza medica, in particolare per le persone appartenenti alla terza età, impossibilità di proseguire terapie farmacologiche necessarie e adeguate allo stato di salute di ciascunə.
    L’utilizzo prolungato e continuativo dell’isolamento e delle celle di punizione (si tratta di celle 2metri x2 senza finestre, senza ventilazione e che hanno uno spazio quasi insufficiente per poter camminare, con in alcuni casi luci accese 24h o costantemente in penombra e senza la possibilità di vedere nessun altra persona detenuta o di essere vistə da altrə prigionierə) per Irving Larios, Miguel Mendoza, Yader Parajón, Róger Reyes, Tamara Dávila, Ana Margarita Vijil, Suyen Barahona e Dora María Téllez.
    A questo si somma la privazione di accesso a materiale di lettura, notizie aggiornate dall’esterno o di qualsiasi informazione che possa contribuire ad un benessere psicologico dellə detenutə. Durante le visite cadenzate ogni 30-40 giorni i famigliari dellə detenutə hanno riportato in conferenza stampa che allə prigionierə era imposto dal regime carcerario il silenzio assoluto, il mantenere la posizione della testa verso il basso, la privazione di qualsiasi relazione con altrə detenutə e la chiusura delle celle durante le 24h. Il 26/07/2022 lə stessə famigliari hanno denunciato la mancanza di applicazione delle visite attraverso la mancanza di una calendarizzazione e di preavviso, con la comunicazione soltanto un’ora prima della possibilità di visita, il rifiuto di far entrare cibi, l’impossibilità per lə figliə dellə prigionierə di vedere i genitori e una conseguente violazione delle leggi nazionali e internazionali rispetto al Código de la niñez y la adolescencia firmato dal Nicaragua.
  • Migrazioni: nel 2022 si è registrato un numero di 328.443 nicaraguensi che hanno dovuto lasciare il Paese su una popolazione di 6.824.379.  Tra il 2018 e il 2022 604.485 persone sono uscite dal Nicaragua per cercare rifugio all’estero, cifre che sono lievitate a partire dalla crisi e dalle persecuzioni iniziate nel 2018. Migrazioni che in molti casi hanno portato migliaia di nicaraguensi a unirsi agli esodi di massa di migranti centroamericani verso gli Stati Uniti o il Costa Rica, in cui la comunità Nica si è infoltita. In Costa Rica tra gennaio e novembre 2022 le autorità hanno registrato 76.676 richieste di rifugio, superiori a quelle dell’anno precedente. Nel Paese confinante a sud si sono ulteriormente irrigidite le leggi rispetto alle richieste di asilo, causando ulteriori restrizioni alle persone migranti che hanno dovuto lasciare il Nicaragua a seguito di minacce e persecuzioni nei casi di attivisti per i diritti umani, femministe, ambientalistə, appartenenti alle comunità LGBTQUI+, giornalistə, e famigliari di preigionierə politichə.

Il CENIDH evidenzia inoltre le persecuzioni nei confronti di ONG, fondazioni e associazioni senza fini di lucro: soltanto nel 2022 si è registrata la cancellazione di 3018 associazioni a seguito di una politica che già aveva visto a partire dal 2018 la chiusura di migliaia di associazioni che da anni operavano nel territorio, nei campi dei diritti umani, sociale, economico, culturale, ambientale, di cooperazione e solidarietà internazionale.

In un rapporto sulla libertà di associazione presentato da alcune associazioni che sono state cancellate in questi anni si evidenzia che i provvedimenti governativi hanno fatto chiudere il 42% delle ONG, con conseguenti confisca di beni, materiali, sedi e con una parallela messa in campo di minacce e persecuzioni verso lə appartenenti alle associazioni della società civile sia nazionali che internazionali.

Un nuovo capitolo di persecuzione si è aperto esplicitamente nel 2022 nei confronti ordini religiosi e singoli sacerdoti appartenenti alla Chiesa cattolica, uno tra tutti il mons. Alvarez di Matagalpa, accusato di appoggiare l’opposizione e quindi diventato nemico del governo.

Questo report mette in luce le contraddizioni e le storture di un governo che nel 2007 ritornò a governare la piccola repubblica centroamericana con promesse disattese di cambiamento e di un socialismo del nuovo secolo che rimane pieno di ombre e impregnato di una concezione familistica del potere molto lontano e antitetico agli ideali rivoluzionari che rappresentava.

 

Ndr nell’articolo si usa la lettera ə, lo schwa, simbolo dell’alfabeto fonetico internazionale corrispondente a una vocale media-centrale, per un linguaggio che non utilizzi il maschile plurale sovraesteso e che invece includa tutti i generi e non generi che ciascuna persona possa scegliere o non scegliere, sul tema il dibattito è aperto, ma è utile iniziare a porsi la questione soprattutto nella divulgazione di testi scritti