Se ci fosse una macabra classifica delle cosiddette guerre dimenticate, quella nella Repubblica Democratica del Congo sarebbe in cima alla lista.

Denis Mukwege, ginecologo ed attivista per i diritti umani, creatore del Panzi Hospital per soccorrere e curare le donne stuprate, Premio Nobel per la pPace nel 2018, il 9 dicembre è stato ricevuto da Papa Francesco e, per questo, qualche testata e qualche agenzia hanno provato a far sentire la sua voce. Ha dichiarato che la guerra nella Repubblica Democratica del Congo non è né religiosa né tribale, ma meramente economica.

Il Ruanda ha voluto creare caos, per invadere il Congo e impossessarsi delle materie prime di cui esso è ricco. Infatti il Ruanda risulta essere esportatore di metalli di cui non possiede miniere.

Ancora di più: “Per l’Ucraina c’è un impegno totale della comunità internazionale, che utilizza tutti gli strumenti esistenti, giuridici ed economici, per mettere fine a questa guerra. Credo che certamente si arriverà a mettere fine a quel conflitto. Utilizzando gli stessi mezzi, la guerra nella Repubblica Democratica del Congo potrebbe finire domani”.

In riferimento alla prossima visita del Papa in Congo dal 3 febbraio, ha detto: “Una Chiesa che sta zitta quando l’uomo soffre, non è una Chiesa che svolge il suo compito e penso che il ruolo più importante della Chiesa sia quello di soffrire con il popolo che soffre. Penso che la visita del Papa si iscriva in questa logica, andare a soffrire con il popolo congolese che soffre. Quindi è totalmente la voce profetica della Chiesa che può fare la differenza”.

Tonio Dell’Olio, Mosaico dei giorni