Una nuova protesta di Extinction Rebellion alla Coppa del Mondo di Sci, a Sestriere. Vestite di rosso e con movimenti molto lenti, le “Red Rebel” di Extinction Rebellion hanno attraversato il villaggio degli sponsor tra la meraviglia e la curiosità del pubblico. Arrivate all’entrata della pista, hanno srotolato uno striscione con scritto “Bye bye neve, la crisi climatica è già qui”.

Ieri mattina, al termine della prima manche della giornata del mondiale di sci femminile, il villaggio degli sponsor di Sestriere è stato attraversato da una processione di alcune persone vestite di rosso, le “Red Rebel” di Extinction Rebellion. Muovendosi silenziosamente, con movimenti esageratamente rallentati e sincronizzati, hanno attraversato la spianata fino all’ingresso delle piste di gara. Una volta raggiunto l’ingresso hanno srotolato un grande striscione rosso con la scritta “Bye bye neve, la crisi climatica è già qui“.

I costumi rossi che contrastano fortemente con il bianco della neve, la lentezza dei movimenti ed il silenzio che attraversano la confusione e il rumore della folla, hanno provocato un effetto straniante sul pubblico, che osserva, si avvicina e si lascia incuriosire. “Il rosso simboleggia il pericolo, la passione, il sangue di tutte le specie viventi e degli essere umani, che ci unisce e ci rende una cosa sola in questo tempo di crisi” spiega Bianca, una delle figuranti. E aggiunge “Le Red Rebel sono figure eteree, sovrannaturali che illuminano l’invisibile e invitano le persone a entrare in una bolla di calma e silenzio. Le Red Rebel sono la calma e la forza nella tempesta” [RedRebel].

La Coppa del Mondo di Sci Alpino, prima di approdare a Sestriere, ha visto l’annullamento di una gara dopo l’altra: prima il gigante femminile a Sölden [La Gazzetta dello Sport], poi la discesa maschile a Zermatt/Cervinia [La Stampa] e infine le discese femminili a Cervinia che dovevano disputarsi a fine ottobre a Zermatt [Il Post]. In quei giorni, infatti, l’assenza di neve e la pioggia sopra i 3000 metri hanno costretto gli organizzatori ad annullare le gare. Le temperature altissime di questo autunno stanno rivelando le contraddizioni di manifestazioni sciistiche “senza senso e contro ogni logica ambientale”, nelle parole dell’argento olimpico francese Johan Clarey. “Allestendo queste gare non credo si dia una buona immagine del nostro sport” continua Clarey [Le Monde]. Eppure, molti luoghi montani che in inverno vivevano grazie al turismo legato agli sport invernali, sono oggi sempre più in sofferenza di fronte a precipitazioni nevose assenti e a costi insostenibili per l’innevamento artificiale. Per alcune piste di Cop­pa del mondo, come la Kandahar Banchetta di Sestriere (lunga oltre 3.400 metri), il costo di innevamento sarebbe superiore ai 250 mila euro [AGI]. Nonostante questo, il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, commentando la bandiera nera data da Legambiente per aver finanziato impianti sciistici sotto i 1800 metri, ha dichiarato: “Non è più il momento di dire che hai fatto un impianto in alto e in basso, ormai è una questione di tempo atmosferico, imprevedibile, e lo dimostra la siccità di questi giorni. Dobbiamo garantire quindi l’innevamento artificiale”. (…) “E anche su questo gli investimenti sono fatti dal pubblico” [Cuneo24].

Un episodio dopo l’altro che ci ricorda come la crisi ecoclimatica stia impattando sempre più pesantemente su tutto il territorio italiano, sule catene alpine e, di conseguenza, su tutti gli impianti sciistici. “Quello che stiamo vivendo non è un anno anomalo” afferma Annalisa, professoressa di scienze e attivista di Extinction Rebellion. “Chi studia il clima e le montagne sa che le temperature continueranno ad aumentare, la neve sarà sempre meno e le condizioni per l’innevamento artificiale sempre meno frequenti. Continuare ad investire, come sta facendo la Regione Piemonte, per mantenere e sviluppare attività energivore ed economicamente insostenibili è ideologico, miope e in contrasto con ciò che sta chiedendo la comunità scientifica” conclude Annalisa.