Nel corso dell’odierna udienza del processo contro i soccorritori civili in mare, il tribunale ha ammesso la presenza degli osservatori internazionali. Dopo l’approvazione di tutte le parti, questi per la prima volta sono stati autorizzati a partecipare al processo in qualità di osservatori.

A parte ciò, un’altra udienza si è conclusa senza alcun progresso sostanziale. Da maggio di quest’anno, il processo a carico di 21 imputati, che rischiano fino a 20 anni di reclusione per “favoreggiamento dell’immigrazione irregolare”, non è andato oltre le prime fasi procedurali.

Il motivo è che la Procura non è stata finora in grado di adempiere all’obbligo di garantire le condizioni necessarie per la partecipazione di tutti gli imputati al processo. I ricorrenti errori procedurali e l’inosservanza, da parte dell’accusa, degli standard fondamentali di un processo equo, come la fornitura di un adeguato servizio di interpretariato durante gli interrogatori degli indagati stranieri, non hanno lasciato al giudice altra scelta se non quella di rinviare le udienze calendarizzate, dando così all’accusa il tempo per correggere i propri errori.

Queste condizioni non preoccupano solo gli imputati. Anche gli osservatori internazionali, che finora hanno potuto osservare il procedimento solo dall’esterno, sono preoccupati per lo stato dei lavori. Essi temono che sebbene siano gli imputati a esserne danneggiati in primo luogo, ciò possa avere conseguenze più ampie per una giustizia equa in tutta Europa.

Sascha Girke, imputato della iuventa: “Accogliamo con grande favore il fatto che tutti i 21 imputati, così come tutte le altre parti coinvolte, compreso il tribunale, abbiano acconsentito all’osservazione di un soggetto terzo indipendente“.

Francesca Cancellaro, avvocato della difesa: “Per quanto ne sappiamo, questa è la prima volta che un tribunale in Italia consente la presenza di osservatori internazionali in un’udienza preliminare, dando alla società civile l’opportunità di essere direttamente informata su ciò che accade in aula. La pubblicità può contribuire a garantire un processo equo, che è un principio fondamentale della società democratica. La trasparenza è importante per l’amministrazione della giustizia perché segna la differenza tra lo Stato di diritto e la dittatura. Sono sicura che la decisione di oggi sarà uno stimolo per ulteriori decisioni giudiziarie di questo tipo“.