Immediatamente a ridosso dell’appuntamento elettorale si moltiplicano gli appelli per il cosiddetto “voto utile”. Ciò che più sorprende è che l’invito non viene tanto dai partiti tradizionali, quanto da movimenti e spontanee aggregazioni della sinistra diffusa, quasi sempre insieme all’ipotesi di costruire un “fronte progressista” contro il pericolo rappresentato dalla forte ascesa delle destre.

Di fatto questo appello, a nostro avviso senza che i suoi promotori e sostenitori se ne rendano neppure conto, è un attacco contro la lista di Unione Popolare. Infatti nell’ambito della sinistra sociale, più o meno ”antagonista”, chi ha scelto di non votare credo sia fermissimo nelle proprie convinzioni, chi invece ha deciso per Sinistra Italiana o per i 5Stelle ha già fatto la propria “scelta utile”. Non resta, per l’appunto, niente altro che dissuadere i potenziali elettori di Unione Popolare.

Ma che significa “Fronte Progressista”? In senso letterale assolutamente nulla. In senso politico alleanza e sostegno al Partito Democratico. Ipotesi inaccettabile su cui è necessario fare chiarezza.

Partiamo, in modo del tutto improprio ma facilmente comprensibile, dalla distinzione marxiana tra “struttura” e “sovrastruttura”. Diciamo allora che dal punto di vista della “struttura”, destra e sinistra istituzionale sono praticamente sovrapponibili. Sia un governo-Meloni (purtroppo molto probabile) che un governo-Letta (quasi impossibile) sarebbero del tutto organici al dominio neoliberista del capitalismo occidentale fondato sull’atlantismo, la centralità della guerra e il potere incontrollato della finanza fondato sul ricatto del debito. (Anzi a dare ascolto alla stampa e ad autorevoli politici nordamericani Letta sarebbe pure più affidabile della Meloni).

La differenza, caso mai, la fa la “sovrastruttura”, o per meglio dire, i modi e i “valori” (e/o disvalori) su cui si fondano le scelte della governance neo liberista: la destra è autoritaria, identitarista, tradizionalista e in alcune componenti post-fascista; la sinistra è sostanzialmente post-liberale.

Certo sulle questioni che riguardano i diritti questo (apparentemente) può fare la differenza: si pensi, per esempio, all’aborto e ai diritti delle minoranze, alla questione migranti, e più in generale ai pericoli che corre l’impianto valoriale della nostra Costituzione (dalla flat tax al presidenzialismo), nel caso di un governo in mano alle destre. 

Il guaio è purtroppo che il PD è liberale in teoria, ma estremamente moderato e sempre più conservatore nei fatti. Sarebbe stato compito loro agitare lo spettro del pericolo delle destre. Loro che avrebbero dovuto lanciare un appello all’unità delle forze di centro sinistra, cercando innanzitutto di agganciare i 5Stelle, e poi PiùEuropa. Loro che avrebbero potuto insistere con Calenda e Renzi, naturalmente senza risultati, ma potendoli così poi accusare di tradire “il fronte progressista contro le destre”. A quanto pare, però, il bon ton dei pesci lessi del PD non ammette scontri: che vinca il migliore! E se ne va della democrazia, pazienza. L’elettore, si sa, ha sempre ragione!

Questa campagna elettorale è la riprova che non si può battere, o almeno contrastare, la destra (e con lei la finta sinistra istituzionale), se non mettendo in gioco un antagonismo globale nei confronti del neoliberismo, della guerra e del dominio della finanza, insieme a tutte le varianti pseudo valoriali a sostegno di (spesso apparenti) diverse ipotesi politiche e di governo.

Credo che il vero obiettivo “rivoluzionario” sia in questo momento quello di ricompattare, come avviene in altri paesi europei, una vera “Sinistra Antagonista”, oggi divisa in mille rivoli. La campagna elettorale e la presenza di una lista chiaramente schierata, e per quanto possibile unitaria, come Unione Popolare, si spera possa essere un buon punto di partenza. 

Per questo facciamo noi un appello ai sostenitori di un ipotetico “fronte progressista”. Per favore chiaritevi le idee: O vi schierate con l’antagonismo globale e la ricomposizione delle sue forze, oppure se non credete a questa possibilità, invece di mettere i bastoni tra le ruote, rompete gli indugi e iscrivetevi al PD (molti l’hanno già fatto), magari cercando di dare un pò di vivacità alla sua, oggi tramortita, ipotesi liberale. 

La chiarezza è sempre un bene! Anche se ci fosse la malaugurata necessità di riprendersi la piazza contro le politiche illiberali di una destra aggressiva al potere, sapere chi è antagonista e chi è filo liberale, non potrebbe che rafforzare l’unità del movimento.