Il Segretario di Stato americano Blinken alcuni giorni fa si è recato in visita a sorpresa a Kiev, promettendo 2,2 miliardi di dollari, espressamente destinati al rafforzamento delle forze armate dell’Ucraina sul lungo periodo, come riportato dal quotidiano tedesco Berliner Zeitung del 9 settembre.

L’impegno di Blinken si aggiunge ai 15 miliardi di dollari già garantiti dal Segretario della Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, in occasione di una recente riunione del “Gruppo di contatto” per l’Ucraina della NATO a Ramstein, nello Stato federale di Renania-Palatinato. Austin ha fatto in modo che anche suoi colleghi di altri Paesi della NATO contribuiscano alla fornitura di armi. Il Segretario Generale della NATO Stoltenberg e il Ministro della Difesa tedesco Lambrecht (SPD) hanno presenziato all’impegno finanziario.

In Occidente, nella stragrande maggioranza dei casi, i prestiti sono gravati da interessi composti, e gli armamenti e le altre forniture seguono il canale abituale dei prestiti.

La vendita di armi porta benefici anche agli Stati da cui proviene: si recuperano le armi vecchie e non utilizzate, si liberano depositi che possono essere impiegati per altri scopi, e alcune novità possono essere testate sul campo.

Gli stanziamenti di Blinken non sono destinati all’ambito civile in Ucraina, ad esempio per la ricostruzione di scuole, ospedali, case e ponti. Per queste necessità i Presidenti von der Leyen e Biden stanno mettendo a disposizione altri fondi. Entrambe le tipologie di prestiti, tuttavia, vengono inclusi nel calcolo del debito nazionale. È un metodo collaudato per creare situazioni di dipendenza, che funziona sin dall’epoca coloniale.

La somma dei debiti esteri con quelli interni frena i progressi della martoriata Ucraina, ne risentono lo sviluppo dell’economia e il rafforzamento della rete sociale, ristagna la ricerca scientifica e tecnica e non ci sono risorse sufficienti per il potenziamento dell’istruzione e della cultura.

Nei 7 mesi dall’inizio della guerra i principali Paesi della NATO hanno sollecitato rapide forniture belliche. Dopo la visita di Blinken sembra che si stia mettendo in conto un conflitto militare più lungo e questo va a vantaggio dei produttori di armi.

La tecnologia da combattimento dell’esercito statunitense è comunque in modalità stand-by dopo la fine dell’operazione in Afghanistan e il Cancelliere Scholz ha recentemente visitato una fabbrica di armi tedesca e ispezionato un moderno carro armato, un veicolo progettato per l’attacco mortale e la difesa.

I combattimenti in Ucraina causano soprattutto tragedie umane, che non sono curabili. Anche dopo le due guerre mondiali, vennero riparati gli enormi danni materiali, ma rimase il trauma di chi aveva perso un familiare.

Una questione rimane aperta: nel mondo capitalistico vale una vecchia legge ferrea, secondo la quale i prestiti vengono concessi solo a fronte di garanzie per la restituzione, indipendentemente dalla forma monetaria. Un sofisticato sistema di rating vigila su questo aspetto e determina l’ammontare degli interessi. In Germania, Schufa, la più grande agenzia di credito tedesca, si occupa di stimare la capacità di rimborso per le richieste di prestiti privati. Al governo afghano vennero promessi prestiti anche ingenti per le forniture di armi e il Paese dovette trasferire la propria riserva aurea statale a Fort Knox, il deposito delle riserve auree degli Stati Uniti. Cosa offre il Presidente Zelenskiy come garanzia e cosa scrive nella sua “lettera di intenti”? Che forme di rimborso esigono gli Stati del G7 in cambio delle forniture a credito?

La Germania ha pagato l’ultima rata del prestito della prima guerra mondiale nel giugno del 1990.

La struttura dei crediti all’Ucraina, ma anche la politica sanzionatoria contro la Russia, rappresentano la conferma di una disastrosa equazione: la storia del mondo è la storia del denaro. Le concessioni di credito da parte delle banche mirano sempre al profitto.

Si impone un imperativo umanitario: le armi devono essere messe a tacere, e non più distribuite, in Ucraina e in qualunque altro luogo di battaglie militari. Il compromesso, come ci insegna l’esperienza, è sempre possibile. Invece, la mentalità del vincitore comporta soprattutto nuovi problemi. I prestiti esteri per scopi civili sono una questione completamente diversa. La storia del mondo ci insegna anche questo.

Traduzione dal tedesco di Barbara Segato. Revisione di Thomas Schmid