Se a Villa d’Este nel fine settimana del 3 e 4 settembre si è tenuto il Forum Ambrosetti, congresso liberista sulla pianificazione dei futuri equilibri politico-finanziari italiani (e non solo), con vista sulle elezioni del 25 settembre, all’oratorio di Cernobbio si è invece svolta sabato 3 L’altra Cernobbio. A poche centinaia di metri dal vertice finanzacapitalista si è svolta infatti una giornata di conferenze per discutere e pianificare prospettive di economia alternativa e sostenibile per società, lavoro, ambiente e geopolitica organizzata da Sbilanciamoci, Arci e Cgil.

Più volte, nella gestualità dei relatori e delle relatrici, si è visto l’indice levato verso l’esterno del cinema-oratorio, come a dire: “loro sono di là, noi siamo di qua”. Questo il senso principale dei cinque blocchi tematici che hanno animato la giornata di sabato, una scelta di parte che è prima di tutto politica e, conseguentemente, dirige la visione su tutti gli altri aspetti dell’esistenza umana e sociale.

Nelle parole di Giulio Marcon, di Sbilanciamoci!, la contro-Cernobbio avrebbe dovuto anche manifestare sul lago, a Blevio; al di là del lago, insomma, di fronte e in opposizione all’iniziativa di Villa d’Este. Invece, per via dei divieti da parte della questura, si è optato solo per una giornata di lavori e discussione, più geograficamente vicino ai finanzacapitalisti ma ancora più lontano ideologicamente.

Di là, insomma, si pianificava una gestione della crisi energetica e bellica, ma anche dei futuri fatti politici elettorali, che fosse gradita ai mercati e al mondo finanziario; L’altra Cernobbio discuteva delle diseguaglianze sociali che l’egemonia finanziaria sta causando e si proponeva la campagna Tax the rich.

A Villa d’Este si assisteva alla sfilata di politici ed economisti per rassicurare l’Europa e il mondo liberista sulla gestione della guerra e dei tagli alle forniture di gas; all’oratorio di Cernobbio si parlava di conversione industriale sostenibile e si ragionava di anti-imperialismo, pace e disarmo.

Idee opposte, insomma, tensione al cambiamento contrapposta ad una forza conservatrice di uno status quo che Giuseppe Onufrio, uno dei relatori sul binomio economia-ambiente, ha definito “il vecchio che resiste ma è condannato”. Un vecchio che – come ricordato da Sara Sostini di ecoinformazioni che insime a Danilo Lillia di Arci Terra e libertà – è fortemente sostenuto da media corresponsabili dei problemi

Unica figura di connessione tra i due congressi è stato Enrico Giovannini, ministro uscente di infrastrutture e mobilità sostenibile, presenza ambivalente dato il relativo poco impegno dei precedenti governi nel campo della sostenibilità, ma pur sempre disponibile a presenziare ad entrambe le iniziative.

Alfiere principale del contrasto tra il di là liberista e la contro-Cernobbio è stato Vittorio Agnoletto, che ha ribadito nuovamente le colpe politiche nella malagestione lombarda della pandemia, ma si è fatto portavoce principale contro la politica che porta diseguaglianze e disagio sociale. Gli strali del medico, però, non hanno risparmiato nemmeno una forza che ha organizzato ed è intervenuta in forze a L’altra Cernobbio: la Cgil, rea secondo Agnoletto del grosso errore di aver inserito le assicurazioni private sanitarie nei contratti collettivi”.

Un altro ospite di peso della giornata, Andrea Morniroli del Forum diseguaglianze e diversità, ha portato un ulteriore spunto critico interno, sottolineando come spesso alcune parti del terzo settore si mostrino troppo propense a fare gli interessi di micro-ceti politici i cui interessi ostacolano la lotta.

Anche la componente di movimento ha avuto una propria finestra, con gli interventi di Ludovico Ottolina di Unione degli studenti e Martina Comparelli di Fridays for future, che hanno messo in luce come il motore del cambiamento sociale debba rimanere la società che vive nel quotidiano i problemi causati dal sistema. Che siano i pendolari impossibilitati ad utilizzare i mezzi pubblici, il corpo studentesco che vive una scuola aziendalizzata ed infrastrutturalmente insicura o le lavoratrici e lavoratori precarie, è dalle ingiustizie vissute quotidianamente che deve scaturire la forza critica e l’intenzione di fare massa contro il padronato.

Lavoro, ambiente, salute, società; non poteva infine mancare, con un’intera sessione e l’intervento di Zanotelli la Pace, utopia per cui si è sempre lottato e che con il conflitto tra Russia ed Ucraina diventa ancora più urgente realizzare. Guerra che però non interessa solo i ragionamenti dei e delle pacifiste, coinvolgendo anche, a catena, l’ambiente e la società tutta.

Come già era accaduto ad eQua dell’Arci, ad aprile, l’interconnessione dei problemi, delle lotte e delle competenze da mettere in campo è quindi emersa anche a L’altra Cernobbio. Dunque, l’intenzione con cui associazionismo e movimenti escono da questa lunga giornata di confronto, nella quale è stata presentata la Campagna Tax the rich, è quella di fare rete, confrontarsi sulle differenze per articolare il proprio pensiero e trovare nodi comuni su cui insistere per strutturare richieste concrete e pressanti ad un mondo politico ed economico ancora troppo lontano dalla società, dalle persone e dal pianeta. Con il 25 settembre elettorale e la crisi energetica autunnale alle porte, il tempo per spingere i potenti a guardare alla società e non ai propri interessi sembra essere sempre meno.

On line su ecoinformazioni le registrazioni delle dirette e i video di tutti gli interventi a L’altra Cernobbio e i resoconti di tutti i panel.

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