21 milioni di pellegrini sciiti provenienti da tutto il mondo hanno celebrato a Kerbelaa, città irachena a sud di Baghdad, l’Arba’enia.
È la cerimonia di conclusione dei quaranta giorni di lutto per l’anniversario dell’assassinio dell’imam Hussein, nipote del profeta Mohammed.
L’evento ricordato risale all’anno 689, quando il califfo Yazeed ha assassinato Hossein, pretendente al trono e figlio del capostipite degli imam sciiti, il quarto califfo Alì.
Alla cerimonia di ieri hanno partecipato 3 milioni di iraniani.
Kebelaa è la seconda città santa per gli sciiti, dopo Qom in Iran.
La manifestazione si è svolta con un’eccezionale mobilitazione delle forze dell’ordine irachene nel timore di scontri tra fazioni politiche, in una fase delicata della crisi irachena.
Negli anni passati ci sono stati anche attentati jihadisti da parte dei terroristi di Daiesh (Isis).
Come misura di sicurezza è stato chiuso il traffico alle auto.
I pellegrini hanno dovuto fare 80 km a piedi per raggiungere il mausoleo con la tomba dell’imam Hussein.
Sono autorizzati all’ingresso in città soltanto i pullman.
Durante la dittatura di Saddam Hossein, agli sciiti era vietato celebrare pubblicamente l’Arba’enia e previsto il carcere per chi lo fa clandestinamente.
Da una festa religiosa è diventata un affare turistico e un momento di svago per le masse povere.