Nelle ultime settimane grandi folle si sono riunite in tutta la Gran Bretagna per partecipare a una serie di manifestazioni organizzate da “Enough is Enough” (Ora basta), una nuova campagna incentrata sulla lotta alla crisi del costo della vita. Annunciata all’inizio di agosto, Enough is Enough ha trovato terreno fertile per la ricezione del suo messaggio. Oltre 300.000 persone si sono immediatamente iscritte al suo sito web al momento del lancio e quasi 200.000 seguono l’account Twitter della campagna. I raduni sono un’ulteriore testimonianza del crescente slancio del movimento, che in gran parte può essere attribuito alle sue cinque richieste, che cercano di compensare le attuali privazioni di molte persone in difficoltà.

Queste richieste includono:

  • Un reale aumento di stipendio
  • Ridurre le bollette energetiche
  • Porre fine alla povertà alimentare
  • Case dignitose per tutti
  • Tassare i ricchi

I manifestanti, tra cui membri dei sindacati e volontari dei banchi alimentari, si sono riuniti per ascoltare le figure chiave del movimento illustrare queste richieste. La deputata laburista Zarah Sultana ha parlato insieme a Mick Lynch e Eddie Dempsey del sindacato nazionale dei lavoratori del settore ferroviario, marittimo e dei trasporti (RMT). A Liverpool la lottatrice UFC Molly McCann ha ricordato la sua difficile adolescenza in condizioni di povertà. Il sindaco di Greater Manchester, Andy Burnham, ha tenuto un discorso ai suoi concittadini, mentre a Norwich martedì una gran folla ha ascoltato Jeremy Corbyn.

Al centro dei messaggi di tutti gli oratori c’era un argomento comune: la necessità di un movimento di base di lavoratori, che rappresenti coloro che sono più colpiti dall’attuale crisi del costo della vita. È proprio questo il vuoto che Enough is Enough intende colmare. Organizzando manifestazioni, raccogliendo cibo per chi non riesce a permetterselo e organizzando scioperi e picchetti nella “Giornata nazionale d’azione” del 1° ottobre, Enough is Enough spera di fare pressione sui responsabili delle decisioni a Westminster.

Per maggiori informazioni, visitate il loro sito.

Traduzione dall’inglese di Anna Polo