Amnesty International è profondamente rammaricata per le reazioni di rabbia e sgomento suscitate dal comunicato stampa del 4 agosto circa le tattiche di guerra delle forze ucraine.

Dal febbraio 2022, quando è iniziata l’invasione russa, Amnesty International ha documentato col massimo rigore e ha denunciato i crimini di guerra e le altre violazioni del diritto internazionale umanitario commesse in Ucraina. Abbiamo incontrato centinaia di vittime e sopravvissuti, le cui testimonianze hanno messo in luce la brutale realtà della guerra di aggressione della Russia.

Abbiamo chiesto al mondo intero di dimostrare solidarietà alla popolazione ucraina nel modo più concreto e continueremo a farlo. 

La priorità di Amnesty International in questo, come in ogni altro conflitto, è la protezione dei civili: questo era dunque il nostro unico obiettivo quando abbiamo reso nota l’ultima ricerca, di cui confermiamo in pieno le conclusioni.

Nel rammaricarci per il dolore causato, vogliamo chiarire alcuni aspetti di grande importanza.

Nel nostro comunicato stampa abbiamo dichiarato che in tutte le 19 località visitate abbiamo trovato prove della presenza di forze ucraine vicino ai civili, che dunque venivano potenzialmente messi in pericolo dal fuoco russo. Abbiamo fatto questa dichiarazione basandoci sulle norme del diritto internazionale umanitario, che chiedono a tutte le parti in conflitto di fare il massimo possibile per evitare di collocare obiettivi militari all’interno o nei pressi di luoghi densamente abitati. Le norme di guerra esistono anche per proteggere i civili ed è per questo motivo che Amnesty International sollecita i governi a rispettarle.

Questo non significa che Amnesty International ritenga le forze ucraine responsabili delle violazioni commesse dalle forze russe, né che l’esercito ucraino non stia prendendo precauzioni adeguate in altre zone del paese.

Vogliamo essere molto chiari: nulla di ciò che abbiamo documentato rispetto alle forze ucraine può in qualsiasi modo giustificare le violazioni russe. La Russia è l’unica responsabile delle violazioni commesse contro la popolazione civile ucraina. 

Il lavoro di Amnesty International degli ultimi sei mesi, fatto di rapporti e altra documentazione sui crimini di guerra e su altre violazioni del diritto internazionale umanitario da parte della Russia, riflette la dimensione e la gravità dell’impatto di queste azioni sui civili ucraini. 

Il 29 luglio abbiamo scritto al governo ucraino, fornendo le coordinate Gps e altre informazioni sensibili sui luoghi, compresi ospedali e scuole, in cui avevamo documentato la presenza di forze ucraine in mezzo ai civili. Non abbiamo inserito queste informazioni nel comunicato stampa, per tutelare la sicurezza tanto dei soldati quanto dei civili ucraini.

Non è compito di Amnesty International impartire all’esercito ucraino istruzioni su come debba operare. Il nostro compito è quello di chiedere alle autorità competenti di rispettare pienamente gli obblighi del diritto internazionale umanitario.   

La priorità di Amnesty International sarà sempre quella di assicurare che le vite e i diritti umani dei civili siano garantiti durante i conflitti.