Ieri alla festa di Marina di Massa dei CARC c’erano i lavoratori della GKN, a presentare il loro libro: “Insorgiamo”

Dopo oltre un anno resistono, continuano a darsi i turni e da quella fabbrica, da quei magazzini, non è uscita una vite. Massimo, Alessandro, Roberto raccontano come nacque il collettivo di fabbrica intorno al 2008, quando si resero conto che i sindacalisti “classici” servivano a poco. Riuscirono a cambiare passo, a rinnovare i loro rappresentanti, ma soprattutto si impegnarono in tanti per fare in modo che vi fosse partecipazione, che si ottenessero risultati. Ecco allora le riunioni che andavano ben oltre lo striminzito numero di ore “riconosciute”: il vedersi al pub, poi al circolo, poi nella stanzetta guadagnata dentro la fabbrica. Ore in più, oltre il lavoro per conoscersi, scambiarsi opinioni, organizzarsi. Fermarsi a discutere dopo 8 ore di turno, un’ora nella stanzetta per mettere a fuoco le necessità, le strategie.

Insomma: quando quel 9 luglio 2021 ricevettero la e-mail che diceva che chiudeva tutto, non dovevano iniziare da zero ad organizzarsi. La reazione fu forte e compatta, probabilmente il padrone non se l’aspettava così.

Ora i padroni stanno cercando di sfinirli, allungano i tempi, cercano di bollire la rana in acqua, salta pure fuori, sette mesi fa, un imprenditore (Francesco Borgomeo), ma non si fidano. Certo, nel frattempo, qualcuno un lavoro l’ha trovato e si è allontanato dall’assemblea permanente, ma su 423 almeno 320 proseguono. Percepiscono una cassa integrazione ordinaria che ora andrà fino a settembre, poi si vedrà.

Raccontano la loro lotta, la grande solidarietà diffusa, quanto sono cresciuti, quanto hanno imparato, come si sono “scoperti” tra loro, mettendo in gioco ogni singola loro competenza. Si sono trasformati in oratori, hanno viaggiato per tutta Italia per farsi conoscere, ma soprattutto per fare rete, per mettere in comune, per dare e darsi forza.

Non è stato facile, ci sono stati passaggi complicati e sicuramente qualche errore, ma hanno guadagnato una credibilità che allo scorso Climate Camp di Torino li ha visti acclamati come non si aspettavano. Intanto la legge anti-delocalizzazioni che hanno scritto è ferma in Parlamento.

Oggi sono a Fosdinovo, al festival della Resistenza, la macchina carica, libri, magliette, ma soprattutto i loro cuori e le loro menti unite, al di là delle tante differenze, quelle che, raccontano, hanno ben presto imparato a superare.

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