Un fine mese ricchissimo di eventi, dibattiti, incontri, tutti in tema di crisi climatica, quello che si è inaugurato ieri a Torino. A cominciare con il Climate Social Camp, che si è inaugurato lunedì, è entrato nel vivo proprio oggi e fino al 29 luglio vedrà la partecipazione di centinaia di delegati del movimento “Fridays For Future” da ogni parte del mondo, per poi naturalmente confluire nel Festival dell’Alta Felicità, l’annuale campeggio/appuntamento che il movimento NoTav prevede ormai da anni in quel di Venaus.

Ma già da ieri mattina, alle prime luci dell’alba, la città di Torino ha avuto un assaggio dei giorni che verranno, con la balconata del Palazzo della Regione audacemente ‘espugnata’ da due giovani attiviste di Extintion Rebellion: in piena luce, attrezzate solo di caschetto, zainetti e lunga scala, hanno attraversato come se niente fosse l’intera Piazza Castello, hanno appoggiato la scala alla balaustra e in pochi secondi eccole salite, per poi tranquillamente attendere debitamente incatenate, l’arrivo della polizia (ne ha riferito nei dettagli Fabrizio Maffioletti nell’articolo pubblicato già in serata).

Un rapido sguardo dunque al programma del “Climat Social Camp” by FFF che quest’anno, dopo un’attesa di ben due anni, causa pandemia – e dopo una prima edizione a Losanna nel 2019 – ha optato per Torino. Innanzitutto perché proprio Torino. “Perché rispetto ad altri grandi Paesi europei la consapevolezza della crisi climatica in Italia resta molto bassa“ spiega il comunicato stampa. “I dati ci dicono che l’inquinamento atmosferico a Torino accorcia l’aspettativa di vita dei torinesi di quasi due anni rispetto alla media nazionale e la crisi climatica che ha provocato inondazioni, siccità e condizioni meteorologiche estreme in tutta l’area, è un segnale inequivocabile del fatto che gli effetti sono già qui e ora”, come è possibile osservare, appunto non solo a Torino.

Era solo domenica quando un altro popolarissimo campeggio, quello dei giovani attivisti NoTav in alta Val Susa, era in visita al Moncenisio per una ‘lezione’ sui nefasti effetti del TAV Tunnel sulle falde acquifere, tenuta dal Presidente di ProNatura Piemonte, Mario Cavagna, come sempre puntualissimo circa la drammaticità della situazione riscontrata ormai da mesi – e regolarmente ignorata dai decisori di Regione Piemonte.

Dopo tre anni di mobilitazioni a macchia di leopardo nonostante le interruzioni causa-Covid, ecco dunque gli attivisti di Fridays for Future pronti a misurarsi con il catalogo sempre più drammatico delle emergenze nei vari gruppi di discussione previsti da questa mattina, (martedì 26 luglio, ore 9.30) al Campus Luigi Einuadi. Diamo solo qualche anticipazione, ripromettendoci di entrare nel merito dei vari tavoli tematici nell’arco dei prossimi giorni.  Dall’Uganda è attesa la formidabile Patience Nabukalu, per un incontro su ‘Le lotte per il clima dell’Africa, del Sudamerica e dell’Asia”. Dal Brasile Luisa Santi ritornerà sull’importanza di ‘Agire locale, pensare globale’ per cercare di fermare le multinazionali del fossile che speculano sul nostro futuro.

In tema di futuro dei movimenti e strategie di mobilitazione più efficaci per accelerare il cambiamento a livello individuale e più ancora politico, interverranno tra il 27 e il 28 luglio l’attivista indiana Raksita Rajagopal, e quella sudafricana Yashila Govender.

Circa l’urgenza di Cambiare Rotta, l’Aula Magna del CLE ospiterà a cominciare da questo pomeriggio una folta schiera di nomi autorevolissimi che si pronunceranno per l’ennesima volta sul ben noto countdown “per fermare la crisi climatica”, ormai ridotto a soli otto anni – e già si parla di ‘misure di adattamento’ perché in così poco tempo…  si potrà fare ben poco! Il rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna, quello del Politecnico Guido Saracco, insieme a Carlo Petrini (fondatore Slow Food), a Luciana Castellina (Fondatrice de Il Manifesto), Michele De Palma (Segretario Fiom), Walter Massa (Presidente Nazionale ARCI), Dario Salvetti (Rappresentante Sindacale Unitario GKN), Maria Josè Fava (Referente di Libera Piemonte), cercheranno di convincerci che siamo ancora in tempo, se non altro per battere  “La Grande Cecità”, che infatti è il titolo dell’incontro conclusivo sempre all’Aula Magna del CLE il 29/7 alle ore 17.30. “La Grande Cecità” derivante da numerosi fattori più che altro politici, ma non solo: anche la comunicazione, i media, l’informazione, potrebbero fare di più, come appunto sentiremo da giornalisti e direttori di varie testate italiane invitati a dialogare.

Quanto sopra solo per dire degli incontri previsti al Campus Luigi Einaudi, perché in parallelo già da ieri pomeriggio si è inaugurata un’affollata Area Dibattiti al Parco Colletta, all’interno della tendopoli che ospita i partecipanti al Climate Social Camp. Tantissimi i tavoli di discussione, dal confronto dei saperi di chi lavora per una transizione dal basso, ai rischi dell’agrobusiness; da una riflessione sull’ecotransfemminismo, ai sempre più allarmanti problemi di siccità, al problema delle migrazioni che non potrà che aumentare nei prossimi anni (trovate il programma degli incontri in continuo aggiornamento sulla pagina Facebook del Climat Social Camp).

Non mancheranno gli spettacoli, tutte le sere dalle 19 alle 24, con l’unica eccezione di giovedì sera che vedrà sul palco lo scrittore svedese Andreas Malm, professore di Ecologia Umana all’Università di Lund, in Svezia, e definito dalla stessa Naomi Klein come “uno dei pensatori più originali in tema di cambiamento climatico.”

Non meno di 1000 gli attivisti attesi da tutta Europa, oltre alla folta presenza di attivisti FFF di Torino e dintorni, determinati a sottolineare una volta di più l’evidenza di una crisi climatica ormai ineludibile – e diventata quest’estate evidente a tutti, con le temperature che non danno tregua, la pioggia scomparsa da mesi, i fiumi in secca, i ghiacciai esauriti per sempre.

Il tutto si concluderà il 29 luglio, con un il Grande Corteo che dal Parco della Collettà si sposterà a Piazza Vittorio – ma solo per quanto riguarda Torino, perché proprio nelle stesse ore in cui i FFF cominceranno a smantellare le strutture del Climat Camp, ecco che a poche decine di chilometri in Alta Val di Susa, prenderà il via un altro popolarissimo campeggio tematico, per il Festival dell’Alta Felicità che anche quest’anno il Movimento NoTav organizza in quel di Venaus, dal 29 al 31 luglio. E sarà quindi naturale prevedere una confluenza non solo di parole d’ordine, ma anche di corpi e presenze, e sopralluoghi quanto mai partecipati ai vari presidi NoTav che costellano da tempo la valle: un Benvenuto a Greta Thurnberg & Co che da tempo i Fridays For Future Italia si erano appuntati in agenda, e che quest’anno potrà finalmente succedere, e produrre (si spera) qualche salutare ripensamento.

Una sei giorni insomma, quella che si è inaugurata ieri, davvero intensissima che non potrà non prevedere, tra le altre iniziative, varie istruttive ‘passeggiate’, per esempio al boschetto ormai devastato di San Didero, ex polmone verde equivalente a ben 12 campi di calcio, da oltre un anno “ostaggio” dei Jersey e delle transenne dell’esercito, in difesa di un ipotetico Autoporto che avrebbe dovuto essere funzionale al TAV, e che però boh, chissà – a conferma dell’insostenibilità di quella Grande Opera che da trent’anni i vari Governi Italiani stanno cercando di imporre alla popolazione, nella crescente evidenza di  insostenibilità. Un documentato crimine climatico in particolare per l’impatto sulle Falde acquifere ripetutamente denunciato, che anche gli illustri ospiti provenienti dai vari sud del mondo, potranno toccare con mano nel cuore della civilissima Europa.