Dopo due anni di restrizioni alle libertà collettive a causa della pandemia nelle principali città italiane torna in scena il Pride.

La manifestazione di Palermo dello scorso sabato si conferma tra le più partecipate,

in sintonia con una sensibilità che negli anni si è fatta strada, declinando la promozione dei diritti del mondo lgbt in un senso sempre più universalistico e gettando un ponte tra i soggetti che possiamo considerare più vulnerabili.

 

La calendarizzazione della manifestazione il 9 Luglio a Palermo segna anche una continuità con la data del 28 giugno, giornata mondiale dell’orgoglio lgbt.

Ma la novità dell’edizione 2022 è rappresentata dall’attenzione al tema del corpo in una rilettura interessante dell’antropocene che pone al centro la riflessione sui corpi e sulle terre che non possono essere considerate più oggetti di conquista e di discriminazione.

 

Una parata di slogan, di suoni e parole quella del Pride palermitano che in un tempo di incertezze e di guerre si è anche riappropriato del percorso tradizionale del centro storico.

Il Pride non è una passeggiata carnevalesca, una parata in costume, è una sfilata di diritti, un coagulo di emozioni che trovano immediatezza espressiva incarnandosi nei corpi e nei volti dei suoi protagonisti. Non a caso questi ultimi sono sempre più giovani e resistenti all’etichettamento correlato all’identità di genere o di orientamento sessuale.

 

Nella selezione di immagini si è cercato di restituire al Pride un carattere meno folcloristico proprio per evitare quelle forme di distorsione della comunicazione fondate sull’impatto e sulla trasgressione che in parte hanno fatto la fortuna della manifestazione, in parte hanno contribuito ad una parziale cristallizzazione.


Il Pride va partecipato “emotivamente” con lo sguardo greco dell’anima che vede dentro, va vissuto perché nella sua natura intrinseca si pone in valore un tipo di rappresentazione in cui i corpi sono finalmente liberati dalle catene della razionalità discorsiva.