Questa mattina si è tenuta l’udienza con le arringhe delle parti sulle occupazioni della casa cantoniera di Oulx e dei locali sottostanti alla Chiesetta di Claviere

Le politiche europee sull’immigrazione, che dal 2016 hanno cominciato a cambiare radicalmente imboccando la strada della repressione, hanno via via mutato la mappa della rotta Balcanica. La valle di Susa è diventata a tutti gli effetti territorio di transito per le persone in viaggio da luoghi lontani.

Il 22/23 marzo 2018 esponenti della base sociale occupano i locali sottostanti alla chiesa di Claviere per poter fornire un minimo di sollievo alle persone in transito spesso respinte dalla PAF (Polizia di frontiera francese). Il 9 dicembre 2018 viene occupata la casa cantoniera di Oulx sempre allo stesso scopo. Quei locali erano inusati dall’A.N.A.S. dal 1994.

Partono quindi le indagini dai Carabinieri che mettono sotto osservazione gli occupanti con appostamenti e telecamere.

La casa cantoniera, aperta h24, diventa luogo di sosta e assistenza per le persone migranti in cammino. La casa cantoniera è stata sgombrata il 23 marzo 2021

Per queste due occupazioni sono state rinviate a giudizio 19 persone.

Nella sua arringa l’accusa ha chiesto pene che vanno dagli 8 agli 11 mesi. Per Emilio Scalzo, presente in aula, la richiesta è stata di 9 mesi. L’accusa ha dichiarato che Scalzo è stato visto 11 volte dai CC nei locali occupati.

L’accusa ha dichiarato che era inutile dato il contesto dei reati, individuare l’area politica degli occupanti, sottolineando tuttavia più volte, che gli imputati sono ascrivibili alla “galassia antagonista”. L’accusa ha argomentato dicendo che, in sostanza, l’occupazione è stata spinta più da aspetti politici che umanitari, sottolineando che delle manifestazioni ad Oulx sono partite dalla casa cantoniera, facendo inoltre riferimento ad un’inaugurazione e ad una merenda sinoira.

Il PM ha poi escluso che le occupazioni siano avvenute per stato di necessità (art. 54 c.p.). Lo stato di necessità rende impunibile il reato di occupazione. Il PM ha detto che a Oulx era presente l’accoglienza dello Stato alla quale i migranti potevano rivolgersi e che quindi l’attività di accoglienza nei locali occupati fosse tutt’altro che, appunto, necessaria.

I difensori hanno contestato all’accusa di aver più volte fatto riferimento, pur senza definirla nei dettagli, all’area politica degli imputati, aggiungendo che l’identificazione degli imputati è avvenuta proprio perché noti alle FFOO in ragione della loro attività politica nell’alveo della base sociale. Hanno quindi confutato l’argomentazione da parte dell’accusa riguardo all’ampia prevalenza della motivazione politica su quella umanitaria delle occupazioni.

Per alcuni imputati è stata chiesta l’assoluzione per non aver commesso il fatto in quanto sono stati accusati semplicemente per essere stati presenti nei momenti delle occupazioni, ma senza che ne siano state specificate circostanze, ruolo, azioni, che senza dubbio dimostrino che abbiano avuto parte attiva nelle occupazioni.

Eravamo presenti allo sgombero della casa cantoniera: era piena di migranti, solo una parte di loro sono stati trasferiti al rifugio Massi di Oulx (gestito dai salesiani) per carenza di posti. Dopo la chiusura a seguito dello sgombero il Massi, che era aperto dalle 20 elle 8 del mattino, ha cominciato a restare aperto in via straordinaria h24. La sede del Massi è stata poi spostata e finanziata per permettere un aumento di posti in accoglienza e un’attività h24 proprio per compensare la chiusura della casa cantoniera a seguito dello sgombero. Non era infrequente che la Croce Rossa che recupera i migranti, molti dei quali hanno tentato invano di passare in Francia, li portasse proprio alla casa cantoniera. E questa è semplicemente cronaca.

La difesa ha sottolineato come i locali dismessi da decenni dall’ANAS siano stati di fatto impreziositi da una motivazione umanitaria e che dopo lo sgombero sono tutt’ora inusati.

Le argomentazioni addotte dall’accusa sull’inapplicabilità dello stato di necessità sono state contestate con determinazione dai difensori, che hanno chiesto assoluzioni a vario titolo per i loro assistiti.

Non tutti i difensori erano presenti in aula, l’udienza è stata rinviata al 17 ottobre.