La guerra è una stupida perversione.
Adottare la forza della violenza e non quella della ragione, del dialogo, del diritto, per stabilire la verità delle cose, potrebbe definire chi è meglio equipaggiato militarmente o chi ha maggiore abilità strategica ma non chi ha ragione.
Per questo la guerra è stupida e perversa.
Visitando Odessa e Mykolaiev si capisce immediatamente che quella perversione ha superato ogni confine perché di fatto si accanisce quasi esclusivamente contro la gente, gli abitanti delle città, le famiglie.
Rendere la vita impossibile fino a spingere ad abbandonare le proprie case e la città in cui si è sempre vissuto, ridurre alla sete bombardando le riserve idriche, lanciare i missili sulle case, smaschera ogni estrema parvenza di “nobiltà” di cui l’azione bellica poteva vantarsi nel tempo in cui i cavalieri si affrontavano in singolar tenzone. Le guerre moderne hanno capovolto quel paradigma e hanno reso la guerra una stupida perversione che diviene sadicamente tragica.
Un neonato cui si sottrae il nutrimento, una popolazione costretta alla sete, persone sottoposte alle violenze che abbiamo sentito raccontare dalla viva voce delle donne sfollate da Kherson… dicono della dose di disumanità di cui si nutre chi fa la guerra.
Per questo bisogna contrastare la guerra con un sovradosaggio d’umanità piuttosto che con una sua ulteriore deprivazione.