Ciò che è avvenuto ieri al Senato è un atto gravissimo.

La bocciatura dell’emendamento proposto dal M5s sull’introduzione della parità di genere nel linguaggio istituzionale e in tutte le comunicazioni scritte di Palazzo Madama è la dimostrazione dell’oscurantismo verso cui una parte del Parlamento vuole portare il nostro Paese.

Ancor più grave è stata la richiesta della votazione a scrutinio segreto da parte di Fratelli d’Italia. Una richiesta prontamente concessa dalla Presidente Casellati che ha liquidato come “pretestuose e inaccettabili” le proteste sollevate in aula.

Il voto di ieri è la manifestazione plastica di ciò che la destra pensa del ruolo delle donne nella società. Il nostro Parlamento ha perso la grande occasione di compiere un atto di civiltà e di rivoluzione culturale rendendo inclusivo e paritario il linguaggio istituzionale e introducendo così la declinazione al femminile di tutti i ruoli con l’abbandono del genere unico.

Il linguaggio è un parametro fondamentale di parità: declinare e verbalizzare la differenza significa riconoscerla e praticarla, concependo quei ruoli e quelle funzioni non come qualcosa di appannaggio esclusivamente maschile.

Se queste sono le premesse del nuovo Parlamento ci attendono mesi di lotta perché non si pensi più che “nascere donna è già un grande atto di coraggio in un mondo spietatamente violento e maschilista”.

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