Valsusa, sabato 25 Giugno: ritrovo al presidio di San Giuliano, intitolato a Sole e Baleno, alle ore 9.00. Da lì inizia la passeggiata informativa, organizzata dal Comitato NoTav di Susa e Mompantero.

Si sale quindi in auto alla Madonna dell’Ecova, punto panoramico. E lì con tanto di batteria e microfono, arrampicati su uno sperone di roccia, si ascolta la spiegazione di come dovrebbe essere il cantiere, con l’ausilio di cartografie e immagini.

Una quarantina di persone ascoltano Valter De Cesare, scrutano, immaginano. Tutto questo lo fanno “una volta di più”. È una specie di autoformazione per chi è del movimento, perché si sappia bene il delirio che chi progetta ha in mente. Ci si immagina una valle intera sottostante dove vi sarebbe un cantiere enorme, un via vai ininterrotto di camion, polveri che si alzano.

La domanda sorge spontanea: ma se questo progetto è in ballo da 30 anni, ed è ancora in buona parte da “immaginare”, quando lo finirebbero? La sensazione è davvero quella di essere in una sorta di ergastolo per la valle e chi la abita: “Fine pena mai”.

Chi arriva da fuori stenta a credere che davvero vogliano fare qualcosa del genere, con tempi infiniti. Molte case verrebbero abbattute, una residenza per anziani non potrebbe stare dove sta, e così campi, alberi, viali.

Eppure, da anni, numericamente in valle sono molte di più le forze dell’ordine ad essere impegnate, rispetto agli operai. Il movimento si tiene aggiornato, resta sul pezzo, scruta, non abbassa la guardia, controlla, sa e vuole sapere. Sanno che se per caso i lavori accelerano la risposta della valle ci sarà. Nel frattempo, come ginnasti che si allenano, continuano a presidiare, a tener d’occhio. I presidi non mancano, in Valsusa.

Il gruppo si sposta: prima nella zona di imbocco del tunnel di collegamento con la linea storica, quindi nella zona di uscita dello stesso e infine sui terreni dell’interscambio. Poi ritorno al presidio e aperitivo.

Venerdì prossimo altra iniziativa informativa a Mompantero (sotto la locandina dell’evento).

Nel frattempo, i cittadini della zona stanno cercando di far entrare il famoso Rocciamelone tra i luoghi del cuore del FAI, anche questo aiuterebbe a difendere la bellezza di quei posti e preservarli da uno scempio.

La valle resiste.

Foto di Eugenio Cantore