Riuniti a Parigi per l’incontro annuale delle branche europee dell’International Fellowship of Reconciliation – IFOR, i rappresentanti di Austria, Inghilterra-Scozia, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Svizzera e Galles esprimono la loro profonda preoccupazione per l’aumento degli armamenti e delle spese militari in risposta alla guerra in corso.

La storia insegna che la risposta militarista porta all’aumento del conflitto armato e che la guerra è un disastro per l’umanità e per l’intero pianeta. Questo atteggiamento è pericoloso e crea l’illusoria presunzione di mantenere la pace usando la violenza delle armi.

La guerra in #Ucraina dimostra ancora una volta che la violenza crea altra violenza e che abbiamo bisogno di un modo alternativo efficace per trasformare i conflitti e garantire una pace duratura.

La nonviolenza attiva è l’alternativa che può garantire un futuro alla nostra comunità. Riconosciamo i numerosi sforzi nonviolenti delle persone in Ucraina e di coloro che protestano pacificamente contro la guerra in #Russia e che sono stati incarcerati.

L’IFOR è nata nel 1914 con l’impegno esplicito di rifiutarsi di partecipare alla Prima Guerra Mondiale. Come membri dell’IFOR invitiamo a imparare dal passato e a sostenere la resistenza nonviolenta, il dialogo, i negoziati di pace, l’intervento civile, il processo di riconciliazione al fine di disinnescare il conflitto violento.

Siamo solidali con coloro che rifiutano di partecipare alla guerra in Ucraina e a tutte le altre guerre, e con coloro che obiettano e cercano protezione in altri Paesi.

Chiediamo a tutti i Paesi europei di lavorare per la pace, attraverso la nonviolenza, e di non cercare la pace con le armi.
Esortiamo l’Unione Europea a perseguire realmente la pace nella pratica e nei fatti.
Abbiamo bisogno di un’alleanza di pace e non di un’alleanza militare.
Estendiamo il nostro caloroso invito anche ai leader della Chiesa e ai gruppi religiosi a unire i loro sforzi per sostenere la pace e rifiutare la guerra.

Chiediamo ai nostri governi di impegnarsi urgentemente negli sforzi di pace e di smettere di sostenere il sistema militare e la guerra attraverso le spese militari, la produzione e il commercio di armi.

In particolare, una settimana prima della storica Conferenza (1MSP) che si terrà a Vienna sul Trattato delle Nazioni Unite sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW), esortiamo tutti i restanti Paesi europei a firmare il Trattato delle Nazioni Unite, a partecipare alla Conferenza di Vienna almeno come membri osservatori e a impegnarsi per liberare il mondo da questa minaccia incombente sulla vita sulla terra.