“L’inizio della fine delle armi nucleari” è un documentario di circa un’ora che racconta la storia di come le Nazioni Unite siano arrivate ad approvare un nuovo trattato per proibire le armi nucleari. Il film, proiettato il 4 giugno a EireneFest, è prodotto da Pressenza e realizzato da Álvaro Orús e Tony Robinson. La traduzione italiana è di Silvia Nocera (Pressenza), la voce fuori campo dell’attore Dario Dossena.

Alla proiezione nella sala Engim di via dei Tarquini, con un pubblico numeroso, è seguito un dibattito con gli interventi di Olivier Turquet, coordinatore della redazione italiana di Pressenza e dell’editorialista di Pressenza Tony Robinson. Erano presenti anche Carlos Umaña, medico e membro del Direttivo Internazionale di ICAN – International Campaign to Abolish Nuclear Weapons – organizzazione che raccoglie oltre 400 associazioni attive in 100 paesi del mondo  e che, nel 2017, è stata insignita del Premio Nobel per la Pace “per il suo impegno nel richiamare l’attenzione sulle catastrofiche conseguenze umanitarie di qualsiasi uso delle armi nucleari e per i suoi imprescindibili sforzi per pervenire a un trattato che metta al bando tali armi”, Angelo Baracca, docente universitario, saggista e attivista a favore dell’ecologia e contro ogni guerra e Roberto Cotti, nel 2013 eletto senatore per il Movimento 5 stelle.

La medaglia del Premio Nobel per la Pace a ICAN

Introdotto da Olivier Turquet, che ha precisato come il documentario sia “estremamente attuale , nonostante abbia qualche anno e come soprattutto sia utilissimo a fare il punto sulla situazione del trattato”,  “L’inizio della fine delle armi nucleari” descrive lo sviluppo e l’azione delle bombe nucleari e in antitesi l’attivismo antinucleare per eliminarle. Commovente e drammatica la testimonianza di Setsuko Thurlow,  sopravvissuta alla bomba di Hiroshima e figura di spicco di ICAN), che ha pronunciato il discorso di accettazione del Premio Nobel per la pace. Attraverso 14 interviste ad esperti del settore, il documentario spiega come la battaglia umanitaria abbia contrastato con successo la fallace cultura dominante sulla sicurezza, descrive i passi storici attuati dal 2010 per trasformare il trattato sulla proibizione in una iniziale realtà tangibile. Evidenzia i ruoli chiave di ICAN nella Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari e quelli del Comitato internazionale della Croce Rossa.  Mostra inoltre che cosa ciascuno di noi può fare per contribuire all’entrata in vigore del trattato, per la stigmatizzazione di quelle che sono un concreto pericolo per la sopravvivenza del pianeta, per raggiungere la loro estinzione definitiva. Nel momento in cui Vladimir Putin ha dichiarato guerra all’Ucraina, velatamente minacciando persino l’uso del nucleare, il film fa riflettere sulla necessità di mobilitarsi. Angelo Baracca ha tuttavia precisato che ritiene improbabile l’uso intenzionale della bomba atomica da parte della Russia, ma più temibile una minaccia subdola: quella che potrebbe scatenarsi dall’intelligenza artificiale non più controllabile dall’uomo. Uno scenario futuribile, che immaginavamo appartenesse solo ai film di fantascienza, sul quale concorda invece anche Carlos Umaña, per cui se non si attivano gli anticorpi, una guerra nucleare potrebbe essere non questione di “se” ma di “quando”. Il numero crescente di nazioni dotate di armi nucleari e una crescente dipendenza dall’intelligenza artificiale potrebbero condurre l’uomo a calcoli sbagliati e catastrofici e, a quel punto, nessuno sarebbe più in gradi di fermare un meccanismo auto-innescatosi. Siamo avvisati.