Durante l’ultima giornata di Eirenefest, domenica 5 giugno, si è tenuto l’incontro sul giornalismo nonviolento al quale hanno partecipato diversi operatori ed operatrici, esperti ed esperte dell’informazione e della comunicazione nonviolenta.

Nella sua introduzione, il coordinatore di Pressenza Italia Olivier Turquet ha presentato l’agenzia di stampa internazionale Pressenza illustrando in sintesi la sua organizzazione nazionale e internazionale, nonché la sua linea editoriale. Turquet ha sottolineato come sia sempre più necessario e importante approfondire il tema del giornalismo indipendente e scambiarsi buone pratiche per divulgare un giornalismo nonviolento.

Per l’operatore di pace Gianmarco Pisa il giornalismo nonviolento è capace di leggere le tematiche in maniera lucida, serena e seria, fuoriuscendo così dalle logiche del sensazionalismo e dello scoop a tutti i costi. Questo approccio giornalistico offre l’opportunità di accogliere la diversità anche sullo stesso tema e sullo stesso fatto, favorendo così il confronto e il dialogo.

Pisa ha infine ribadito come l’obiettivo del giornalismo nonviolento non sia solo quello di trattare un tema o un fatto, ma anche quello di individuare e proiettare il positivo e la speranza dietro quel tema o quel fatto, anche se di per sé sembrano temi o fatti negativi. Il traino di questo genere di giornalismo è la trasformazione sociale. Un giornalismo che punta non solo alla ricostruzione del fatto, ma che si pone come strumento effettivo di superamento della criticità, di prevenzione della guerra e di costruzione della pace.

Il giornalista Antonio Mazzeo si è soffermato sulle tecniche d’investigazione che oggi più che mai sono divenute essenziali per offrire un servizio giornalistico efficace e trasparente. Questa è divenuta una sua necessità e una delle sue missioni come giornalista, sebbene spesso non spetterebbe neppure al giornalista garantire chiarezza e trasparenza.

Ne è un esempio quanto accade sui processi di militarizzazione che diventano processi che alimentano le guerre. Al popolo italiano viene spesso negata la conoscenza e la consapevolezza su determinati temi legati alla Difesa. Dovrebbe spettare alle istituzioni raccontare le verità e invece oggi è divenuto il compito del cittadino o del giornalista capire, conoscere le contraddizioni, avvicinarsi a specifici contesti come quelli militari.

Sta accadendo anche oggi con il conflitto ucraino in cui l’Italia gioca un ruolo strategico non mediatizzato. Il nostro Paese sta inviando armi, ma questo, dice Mazzeo, è forse un ruolo minore nel conflitto bellico perché in effetti stiamo anche mettendo a disposizione le nostre basi militari per vere e proprie operazioni di intelligence (con drone e altri veicoli aerei anche italiani). Queste operazioni consentono all’esercito ucraino di avere informazioni cruciali per identificare obiettivi strategici sul territorio. Spetta al giornalista scoprire tutto ciò per una grande carenza di trasparenza delle istituzioni.

Conclude l’incontro Toni Casano che racconta della bella esperienza della redazione palermitana di Pressenza nata sotto la spinta delle iniziative di mediattivismo portato avanti da Pressenza Italia. La redazione di Palermo è riuscita a fare rete e a mettere in collegamento tante comunità locali. L’interscambio ha dato vitalità e speranza, specie su certi temi sociali che da decenni sono rimasti insoluti o che sono stati dimenticati. Il giornalismo della redazione di Palermo è divenuto una sorta di giornalismo politico della città. In sintonia con lo spirito di Pressenza nel mondo, la redazione palermitana si è gradualmente trasformata in una sorta di agenzia stampa per numerosi movimenti locali. La redazione non punta solo ad avere uno sguardo locale, ma mira ad avere respiro più ampio, così come è accaduto recentemente con alcune vicende legate ai NO Tav piemontesi e alle mamme torinesi in difesa dei giovani in alternanza lavoro.

Abbiamo raccolto una breve riflessione sul giornalismo nonviolento di Gianmarco Pisa