Credo che noi comuni mortali, sin dall’inizio della guerra ci siamo convinti che il costo delle bollette dipendesse dagli eventi bellici.

Ma è cosi?

Il prezzo delle forniture di gas non è fissato contrattualmente, per esempio tra Italia e Russia, ma dipende dal solito MOSTRO chiamato libero mercato. Esistono varie hub dove si contratta il prezzo, soprattutto per fare trading, cioè per fare speculazione. Tra queste la dominante è quella olandese, la TTF, che in pratica stabilisce i prezzi europei. (Anche se noi in Italia facciamo un ritocchino al rialzo, tanto per gradire!)

Risultato: “L’impennata dei prezzi all’ingrosso dell’energia del 2021, gennaio dicembre, è stata più 500% per il gas e più 400% per l’elettricità” (dati riportati da  “l’Arena”, in audizione al Senato e pubblicati da “La Repubblica” 15 feb. 2022). Lo so che state controllando. Ma non è un errore: c’è proprio scritto 2021, quando della guerra non c’era neppure l’odore.

Chi ci guadagna? 

La Russia ovviamente (altro che sanzioni!) e in Italia ENI ed ENEL che stanno moltiplicando gli introiti. 

Qualcuno per la verità ha proposto di tornare ai vecchi sistemi pre-neoliberisti, imponendo per legge un tetto massimo ai prezzi, ma la commissione europea ha risposto sdegnata che il libero mercato è intoccabile. Ovviamente appoggiata dall’Olanda, che oltre ad arricchirsi, si è pure permessa di rifiutare di pagare il gas russo in rubli (tanto loro da sempre dalla Russia, in fatto di gas, non hanno importato quasi niente).

Ultima sorpresina! 

Ma se il gas contribuisce per circa il 45%  alla produzione dell’energia elettrica, perché questa cresce allo stesso ritmo del prodotto d’importazione dalla Russia? 

Semplice! Perché vale la logica del “prezzo marginale”. 

Significa che tutte le fonti dell’elettricità (idroelettrico, solare, carbone etc.) si adeguano di volta in volta al prezzo più alto! E se state pensando che è una follia, sappiate (così giusto per dire) che anche i nostri titoli di Stato vengono piazzati sul mercato in questo modo.

Si chiama “Asta marginale”. Se, mettiamo, il 90% di titoli si piazzano ad un certo prezzo e il restante 10% a prezzo doppio, il prezzo doppio viene riconosciuto a tutti, anche a quelli che si sarebbero accontentati della metà!

Bello il neoliberismo! Vero? C’è sempre qualcosina da imparare!