Oltre 500 persone hanno risposto all’appello a manifestare lanciato per questa domenica a Teulada dall’Assemblea contro la presenza militare in Sardegna.
Contro il persistere delle basi militari nell’isola, contro il militarismo e contro “l’economia di guerra basata su multinazionali senza scrupoli che lucrano sulla pelle delle persone, proprio come fa Rwm, o come fa Fincantieri, nota per le fregate vendute all’Egitto in sfregio della legge 185/90”, come recita la pagina Facebook della manifestazione.
Che continua nel resoconto di quanto successo:
“La giornata è cominciata all’insegna delle provocazioni poliziesche con il sequestro per quasi due ore dei tre pullman di manifestanti provenienti da Cagliari al fine di schedarli e minacciarli ancor prima dell’inizio della manifestazione. Contemporaneamente un lungo posto di blocco dal sapore check point sottoponeva a perquisizioni e alla schedatura dei documenti personali chi arrivava con le macchine.
In tutto il resto della giornata la polizia ha continuato a dare segni di nervosismo provocando e minacciando anche i singoli manifestanti.
Il culmine della prepotenza è arrivato quando la polizia ha caricato il corteo, disarmato e con i manifestanti a volto scoperto, senza che ci fosse stato alcun tentativo di scontro da parte di quest’ultimo. Lo svolgimento dei fatti è verificabile dai tanti video sulla vicenda circolanti sul web, va dunque fermamente smentita la mistificazione in atto per cui alla manifestazione ci sarebbero stati scontri, il corteo è stato caricato di punto in bianco senza mai avere attaccato i poliziotti e ha solo potuto cercare di difendersi per limitare i danni e il numero dei feriti che purtroppo ci sono stati”.
Diversa la versione dei media che hanno attribuito le cariche a uno sfondamento di una rete di recinzione da parte di alcuni manifestanti che sarebbero entrati per pochi metri in zona militare.