Il primo turno delle elezioni presidenziali francesi, tenutosi il 12 aprile, è stato caratterizzato da un grande astensionismo – il 26,3 % degli elettori non è andato a votare, più di 1 su 4 – e ha visto l’esclusione per uno strettissimo margine di Jean-Luc Mélenchon, il candidato di FI (France Insoumise) per l’Union Populaire, che ha ottenuto il il 21,95 % dei voti, a pochissima distanza dalla candidata di estrema destra Marine Le Pen del RN (Rassemblement National) con il 23,15 %. Un risultato legato all’incapacità delle forze di sinistra di presentarsi insieme e opporre un fronte comune all’ultraliberismo di Macron (poi eletto presidente al secondo turno) e all’estrema destra di Le Pen.

Le elezioni legislative che si terranno il 12 e il 19 giugno presentano fortunatamente un quadro diverso: la NUPES (Nouvelle Union Populaire Écologique et Sociale), promossa da Jean-Luc Mélenchon, riunisce in un accordo storico la sinistra tradizionale, composta da France Insoumise, il Partito Comunista, il Partito Socialista e Europe Écologie les Verts.

Una convergenza pericolosa per i poteri forti rappresentati da Macron, che infatti stanno cercando in tutti i modi di sabotarla, con circolari del Ministero dell’Interno e tentativi di impedire un regolare svolgimento delle elezioni, in una situazione che presenta ancora margini di dubbio.

Nonostante tutto questo, per la prima volta dal 1972, l’opposizione di sinistra è in testa in tutti i sondaggi del primo turno delle elezioni legislative. Un segno e un sogno, che speriamo possa realizzarsi.