Domenica 22 maggio si è svolta una vera e propria marcia di diversi chilometri, che è partita dal paese di Sant’Anna Arresi, limitrofo al poligono di Capo Teulada.

Promossa dall’ Assemblea contro le basi e da Sardinnia Aresti, la manifestazione ha concluso una settimana di mobilitazione pacifista ed antimilitarista in Sardegna.
I motivi di queste proteste sono direttamente connessi alla grande esercitazione militare della NATO nel sud Sardegna, con l’impiego di ingenti mezzi e la militarizzazione di estese zone costiere, ben al di là del territorio delle basi stesse. Il tutto per preparare la guerra, quindi per renderla più vicina, più concreta, per predirne la realizzazione. Molti sardi e sarde sono stufi di questo utilizzo del loro territorio a scopi bellici, con l’inquinamento anche radioattivo che questo comporta.

Al corteo hanno partecipato circa settecento-ottocento persone, fra cui molti giovani, con pulman arrivati da varie zone dell’isola. Il percorso lungo la strada statale 195, sotto il sole cocente del primo pomeriggio, costeggiava i reticolati militari. Considerevole anche lo spiegamento delle forze dell’ordine, che hanno presidiato tutti i cancelli d’ingresso al poligono. Pur con qualche momento di tensione, il corteo si è dispiegato pacificamente e, solo lungo la via del ritorno, un gruppo ha operato il taglio di alcuni metri di recinzione. L’impressione è che volesse avere un valore simbolico. La polizia, in equipaggiamento anti sommossa, si è schierata, ma non c’è stata alcuna carica. La tensione si è placata e le forze dell’ordine sono rientrate nei furgoni. Quindi la manifestazione è potuta proseguire sino a rientrare tranquillamente a Sant’Anna Arresi.

La Sardegna in questi ultimi giorni è messa sotto stress non solo dall’esercitazione “Mare aperto” (sic!), ma anche da un’approssimativa e pesante campagna di stampa che cerca di criminalizzare nel suo insieme il vasto movimento contro le basi in Sardegna. E’ stato scritto sulla stampa di una molotov lanciata contro il Comando Militare a Cagliari, ma pare si trattasse di un semplice lancio di vernice rossa. In attesa che le telecamere di sorveglianza ci rivelino la realtà dei fatti, non posso commentare. Ma posso commentare l’inerzia delle istituzioni regionali di fronte ad un’esercitazione che blocca il turismo nel sud Sardegna, danneggiando il nostro ambiente e la nostra economia, mentre il presidente Solinas condanna fermamente un “attentato” che probabilmente non c’è mai stato.

Carlo Bellisai (Movimento Nonviolento Sardegna)