Il Festival di Cannes da sempre offre un eccezionale palcoscenico ai registi che lottano per la pace e i diritti umani nel mondo. Quest’anno Hanna Bilobrova ha consegnato il girato, di cui è co-regista, del compagno Mantas Kvedaravičius, il regista lituano arrestato e fucilato dall’esercito di Putin il 2 aprile, come racconta la Bilobrova stessa. Lui e Hanna stavano insieme da cinque anni e vivevano a Kiev. Lei spiega di averlo cercato inutilmente per cinque giorni quando non è rientrato da una spedizione dove era andato, senza timore, per aiutare delle persone. La Bilobrova ha detto di non essere riuscita a capire perché mai sia stato ucciso, dal momento che era un civile ed era lì solo per fare delle riprese. Lo shock della tragedia subita è stato forte al punto che quando, per la promozione di Top Gun  (il film con Tom Cruise) sono passati sopra il cielo del Palais du Festival i jet dell’aeronautica francese, Hanna ha avuto un moto di sgomento e le sono venute le lacrime agli occhi perché le ricordavano i bombardieri di Mariupol. Ora si augura che il film che Mantas Kvedaravičius lascia in eredità dia la possibilità a ciascuno di riflettere.

“Mariupolis 2” si chiama così in quanto il regista l’aveva concepita come il seguito di una prima opera del 2016. Nell’impressionante film non c’è musica, non c’è voce fuori campo, non ci sono titoli iniziali né di coda, ma solo ammassi desolati di macerie, tra le quali girano esseri umani e animali – un cane, dei piccioni – alla ricerca di  qualcosa che, nella miseria estrema, può venire utile. Rimbombano gli attacchi missilistici dei russi, i razzi si vedono chiaramente sulla zona di confine.

Le persone tra loro commentano sconcertate la  follia umana. In chiesa, pregano e ringraziano Dio per aver permesso un giorno di vita in più. Si chiedono l’un l’altro: “Pensi che domani saremo morti?”.  Agonia sempre uguale, che comunica allo spettatore l’assurdità, la tortura di trovarsi in giorni interminabili, sotto assedio, nel continuo tuono delle bombe. La gente si fa da mangiare in paioli all’aperto, vaga tra i detriti per trovare i resti di quella che è stata la propria casa.  Cerca come può di dare sepoltura ai cadaveri, divenuti un fatto normale. Mette in salvo un generatore di elettricità mal ridotto come zattera di salvataggio.