Circa 35 associazioni, tra cui Azione Cattolica italiana, Associazione Amici Casa della Carità, Associazione Antigone, Rete dei piccoli comuni del Welcome e Centro Giorgio La Pira, lanciano un progetto concreto di pacificazione, difesa nonviolenta nei luoghi di conflitto e aiuti umanitari in Ucraina con il nome di Movimento Europeo di Azione Nonviolenta (Mean). L’obiettivo è di arrivare a 5.000 partecipanti.

Gli organizzatori descrivono l’iniziativa con queste parole:

Mentre nelle prime fasi della guerra la popolazione ucraina ha potuto opporre resistenza sia con le armi del suo esercito che con numerose manifestazioni di nonviolenza, con le quali le popolazioni armate unicamente di una bandiera nazionale hanno costretto i carri armati ad arretrare, ultimamente l’assassinio e torture in massa dei civili costringono migliaia di persone a rimanere  nascoste nei rifugi, nelle chiese, nei teatri, terrorizzate e in assenza di cibo, acqua e medicinali. 

Stiamo organizzando l’entrata in massa di pullman di volontari disarmati diretti in Ucraina al solo fine di compiere operazioni di evacuazione, in particolare dei più fragili, con il sostegno della stessa popolazione ucraina e della società civile, sia europea che russa.

Lo scopo della nostra azione nonviolenta sarà concentrato unicamente nel tentare di mettere in salvo, in territorio europeo, le migliaia di persone che in Ucraina oggi vorrebbero allontanarsi dal conflitto ma non ne hanno i mezzi e le occasioni.

In particolare, vogliamo metterci a disposizione della liberazione e tutela dei sofferenti psichici che oggi sono intrappolati nelle decine di ospedali psichiatrici ucraini.

Il nostro impegno per la salute mentale servirà anche a sottolineare che l’unica vera pazzia del mondo è la guerra. Pur comprendendo la resistenza armata degli ucraini e non volendo sminuire con questa azione il lavoro diplomatico che gli Stati Europei stanno mettendo in atto in questi giorni così difficili ed angoscianti, intendiamo affermare la possibilità che si debba aggiungere una terza via di intervento nel conflitto in corso, quella via che può arrivare dalla società civile, che è pronta a marciare in massa ed in modo nonviolento a favore della nazione aggredita”.

Per maggiori informazioni e iscrizioni.