Riceviamo e pubblichiamo questa riflessione di Mouna Fares, cittadina libanese-italiana e mediatrice culturale, pervenutaci in seguito alle manifestazioni del 25 aprile.

Da 32 anni vivo in Italia e non avevo mai vissuto un 25 aprile come questo!!..

Mi ha fatto tornare al tempo in cui, non ero ancora fuggita da me stessa per nascondermi non so dove, e vivevo lontana dalla vostra grandissima democrazia che ieri ha invaso le vie per la festa della liberazione, incriminando la resistenza del popolo italiano, rubandogli la liberazione, impadronendosi “democraticamente” dei valori di un intero popolo!!!

Ho visto come gli alleati della democrazia attaccano i figli della libertà, e la memoria mi ha fatto visita dopo un’assenza durata 32 lunghi anni nel paese della democrazia. È stato l’effetto del doppio shock che ha svegliato la mia memoria?! Traumatizzata dagli effetti speciali della democrazia vissuta nel mio paese, quando ero ragazzina.

Nonostante il mio piccolo paese fosse amico di tutti i grandi paesi alfieri della democrazia, obbedendo loro e imitandoli; essendoci anche da noi la democrazia, perché seguivamo in tutto e per tutto i grandi maestri del mondo; egualmente è scoppiata una guerra fratricida nel paese dove era tradizione storica la convivenza tra etnie e religioni diverse!!! Mio padre morì all’inizio della guerra: avevo appena 7 anni. In seguito la democrazia sentì il dovere di intervenire direttamente in Libano, perché i nostri politici non risultavano abbastanza bravi, almeno non tanto quanto la democrazia avrebbe desiderato. È arrivata con le portaerei New Jersey e Charles De Gaulle, che erano più grandi del Libano!!!  Era l’anno 1982 e avevo appena 13 anni. Dicevano di essere venuti a liberare il Libano dai combattenti palestinesi!!!

Mah, veramente fino a ieri non avevo ancora ben capito perché venivano a salvare noi dai pericolosi rifugiati palestinesi, che difendevano le loro tendopoli e le loro baracche di lamiera, in poveri campi sul nostro territorio, dove erano stati cacciati una volta derubati del loro bellissimo paese.  Rifugiati costretti a vivere nelle condizioni più vergognose, per merito di quelle civiltà precipitatesi da noi con tutto il loro arsenale da superpotenze per eliminare chi combatteva con semplici armi da guerriglia difendendo la propria piccola povera tana di lamiera di zinco! E tana era, non meritando nemmeno il nome di rifugio!!!

Ricordo che la Nato, per liberarci dalla nostra resistenza, dalla nostra gente, e per cacciare i nostri fratelli e figli palestinesi, ha dovuto assediare il Libano, e pure bombardarlo. Costretta a mandare le navi lontano al largo nelle acque internazionali, perché il paese era talmente piccolo che i loro potenti missili sarebbero potuti cadere sulla Siria o peggio ancora sulla grande democrazia israeliana, trapiantata nel cuore del mondo arabo: cacciati fuori casa i palestinesi una prima volta, e cacciati fuori poi una seconda volta dalla nostra terra…

Anche l’unica democrazia del Medio Oriente è stata costretta ad invadere il Libano e per liberarci dai terroristi palestinesi ha dovuto compiere un genocidio nei campi profughi palestinesi con copertura della Nato!!! Ha distrutto pacificamente e completamente il paese, occupando buona parte del territorio per 22 lunghi anni. Ma ovviamente stava portando democrazia, libertà e civiltà oltre tutti quei bellissimi volontari delle civilizzate democrazie della Nato con in testa sua maestà gli Stati Uniti!!!

Dopo l’addestramento in Libano è stata avviata l’esportazione della democrazia in tutta la Jugoslavia e poi Iraq, Siria, Yemen, Libia e ora in Europa…

Però dopo averti bombardato, dopo aver ucciso la tua gente, distrutto il tuo paese e realizzato ogni altro crimine dell’arte della guerra, ti aiutano! Certamente! Perché sono molto carini e umani, soprattutto amano i bambini. In cambio della perdita della tua casa, della tua famiglia o della tua vita ti elargiscono aiuti umanitari, cibo, coperte e qualche volta anche cioccolatini. Ecco il bravo soldato straniero super blindato che ti lancia un dolcetto e ti chiede se hai visto dove sono nascosti i combattenti. Ha ancora un sacco pieno di quei buonissimi cioccolatini da darti se glielo dici!

E pensi un attimo… la tentazione è forte ma la memoria ti tira per un braccio. Riprenditi la tua coperta, ridammi il grembo di mio padre e io non avrò freddo né bisogno della tua elemosina. Il suo calore mi sa proteggere, meglio un suo bacio e una sua carezza, sono più dolci e più buoni dei tuoi cioccolatini! Il pezzo di pane che ha condiviso con me il povero ragazzo combattente ha riempito la mia anima più che la mia pancia il tuo cibo! Vero che il suo fucile era piccolo, vecchio e arrugginito, e lui non era ben vestito e super blindato come te, ma aveva il calore della pelle di mio padre e lo stesso odore. I suoi occhi erano dolci e avevano la stessa luce quando ha offerto alla mia bocca quel pezzo di pane che stava portando alla sua, con molto affetto e amore, come solo mio padre sapeva fare. Il combattente palestinese che tu stavi cacciando… Così piccola lo vedevo come un gigante. Lui mi proteggeva e mi faceva sentire il calore e la sicurezza che avevo perduti.

Quando il tuo esercito ha ucciso il mio paese, mio padre e il mio piccolo eroe combattente palestinese… Chiedete a tutti i popoli che sono stati colmati di democrazia come la pensano e che considerazione hanno di voi.

Se non sono stati comprati dai vostri cioccolatini vi diranno quello che potete leggere negli occhi di una bambina cui avete rubato la memoria… quello che vi ha detto oggi da adulta appena riavutasi dallo shock da effetti speciali della vostra grandissima democrazia…

Mouna Fares