In occasione della giornata mondiale dell’Acqua, il 22 febbraio in videocoferenza dalle 14 alle 17 CET parlamentari di tutto il mondo si incontreranno per portare avanti la campagna globale contro la quotazione dell’acqua in borsa.

Una novità politica e una prima mondiale

Il 22 marzo, giornata mondiale dell’acqua, parlamentari di diversi paesi del mondo si riuniranno in videoconferenza con l’obiettivo di proporre azioni efficaci e urgenti per porre fine alla sottomissione dell’acqua e della vita agli interessi predatori della finanza globale.

Vengono da Argentina, Belgio, Cameroun, Canada, Cile, Egitto, Francia, Germania, Giordania, Grecia, Italia, Libano, Nicaragua, Palestina, Portogallo, Senegal, Spagna, Togo, Tunisia, Uruguay, Venezuela. La proposta della riunione, iniziata dall’Agorà degli Abitanti della Terra, è stata approvata alla conclusione del Forum Europeo dell’Acqua il 25 gennaio a La Rochelle da un gruppo di euro-parlamentari coordinati da Benoît Biteau.

Si riuniscono per affermare con forza che le decisioni sul valore dell’acqua, un bene comune essenziale e insostituibile per la vita di tutti gli esseri umani e delle altre specie viventi, così come sulle priorità dei suoi usi, non appartengono ai grandi proprietari e gestori finanziari privati. Questo è inaccettabile. Eppure oggi è così. Con l’appoggio dei governi dei paesi che dominano l’economia mondiale, il che è ancora più grave.

A questo proposito, lanciata fine novembre 2021 in Italia e poi agli inizi di dicembre in Francia, Belgio e Québec, la petizione « Liberiamo l’acqua dalla Borsa » ha raccolto, ad oggi, 123.471 firme!

Contro l’appropriazione globale e il saccheggio della vita da parte della finanza

I gruppi finanziari vogliono decidere il futuro della vita sulla Terra, attraverso la violenza, in una guerra sistemica dove prevale la regola del più forte. Questo non riguarda solo l’acqua, ma tutti i beni comuni essenziali alla vita (aria, energia solare, semi, salute, conoscenza, educazione, ecc.)

Le società che gestiscono le borse si sono impadronite del potere di decisione e di controllo. Nel dicembre 2020, la Borsa di Chicago ha aperto all’acqua il mercato dei derivati (contratti a lungo termine, tra i più speculativi). Alla fine di ottobre, la Borsa di New York (“Wall Street”) ha deciso di aprire una nuova classe di averi finanziari che coprono tutti gli elementi del mondo naturale. A tal fine, ha creato una nuova categoria di società private quotate in borsa, le Natural Assets Corporations (NAC). Esse sono destinate ad appropriarsi ed a gestire ogni elemento naturale del Pianeta in nome della pretesa tesi dei dominanti che solo la finanza privata globale è in grado, su scala mondiale e in maniera efficace, di evitare il disastro ecologico e garantire il ripristino e la conservazione degli ecosistemi naturali del Pianeta. Il presidente degli Stati Uniti ha già dichiarato il suo sostegno al piano di consegnare il 30% del “capitale naturale” americano alle “cure” delle NAC.

Ripristinare il primato dei diritti collettivi e del potere popolare

La posta in gioco è alta. I parlamentari del 22 marzo vogliono aiutare a costruire una società/comunità globale che rispetti i diritti e la sicurezza dei mezzi di sussistenza di tutte le comunità della Terra. Non vogliono guerre economiche guidate dagli appetiti finanziari dei più potenti, poiché queste guerre sono la forma più avanzata di guerra tra i potenti a spese dei più deboli e dominati. Vogliono mettere fine alla guerra dell’acqua e dare il via ad un nuovo contratto mondiale per l’acqua (per la vita) da parte dei rappresentanti eletti dal popolo.

In questo senso, l’assemblea del 22 marzo è un contributo alla rigenerazione del potere democratico della politica e un primo passo sulla strada della promozione urgente e indispensabile di decisioni globali nell’interesse della salvaguardia dei diritti collettivi universali alla e della vita. È un percorso a lungo termine, che apre nuovi orizzonti e speranze.

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