Il sindaco di Milano Giuseppe Sala è anche presidente della fondazione Scala e ha deciso unilateralmente di rescindere il contratto al direttore di orchestra Gergiew il quale collaborava da diversi lustri alla Scala e doveva esibirsi allo Spettacolo  “Dama di Picche”.

In modo maldestro, per non dire ricattatorio, per la sua presunta amicizia con Putin, il sindaco pretendeva una dichiarazione contro Putin. Non semplicemente contro la guerra, per la pace, come sempre è stato chiesto dai sindacati in queste tristi occasioni e condiviso in precedenza da altri artisti illustri alla Scala.

Invece il sindaco / presidente  decide di trascinare dalla cultura allo schieramento politico militare un musicista che ha preferito il silenzio ed è stato per questo licenziato. Il risultato di questa ripicca è stata la presa di posizione di Anna Netrebko, la più famosa cantante lirica mondiale, che il giorno dopo il licenziamento di Gergiew posta una foto con lui a fianco e contestualmente si dimette dagli impegni scaligeri con Adriana Lecouvrier in scena alla Scala in questi giorni. Chiediamo al CDA della fondazione quanto sia costato il maccartismo in salsa lumbard di Sala. Quanto pagherà di penali la Scala a Gergiew? Quanti spettatori perderà a causa della assenza di Anna Netrebko ? E ci chiediamo quale sarà il danno di immagine? Trascinare la Scala, che si è sempre manifestata per la pace dai tempi di Toscanini, a schierarsi in una guerra è come sparare sulla croce Rossa. Un crimine per il quale il sindaco dovrebbe dimettersi da presidente della fondazione.

Roberto D’Ambrosio, segretario provinciale CUB info e spettacolo, Milano