Le Mamme in Piazza sono scese ancora una volta in presidio in solidarietà ai militanti Notav e ai detenuti nel carcere Lorusso e Cutugno di Torino. Struttura considerata la peggiore d’Italia

Sul tavolo del presidio delle Mamme cose tipiche da mamme, patatine e dolcetti, immancabile il tè caldo, piccole attenzioni di conforto in una serata fredda e umida.

Hanno destato scalpore le ultime misure cautelari applicate ai militanti Notav. Destano notevoli perplessità le dichiarazioni che il Sindaco di Chiomonte, Roberto Garbati, ha rilasciato al quotidiano La Stampa.

Il Sindaco ha dichiarato che finalmente stanno arrivando le compensazioni – 35 milioni di cui 14 destinati al Comune di Chiomonte – e che se fossero arrivate prima “forse ci sarebbero state meno proteste“.

Il movimento Notav è estremamente composito al proprio interno e il dissenso alla grande opera, in circa 30 anni di lotte, ha assunto via via connotazioni sempre più articolate. Non è quindi una questione di soldi: il movimento è un’espressione socio-politico-culturale.

I valligiani, in generale, si sono sempre sentiti traditi dai fondi di compensazione, a partire da quelli erogati per l’autostrada che, denunciano, sono andati a vantaggio dell’opera e non a reale vantaggio della cittadinanza.

Per quanto riguarda l’opera del passante ferroviario est-ovest denominato “Corridoio 5” i valligiani denunciano, tra l’altro, mancate promesse per quanto riguarda i posti di lavoro, che non hanno interessato gli abitanti della Val di Susa.

Inoltre è caduto un altro velo: l’importanza dell’aspetto strategico militare dell’opera, che ha fatto sollevare la componente pacifista del movimento. Non solo: il fatto che l’opera abbia implicazioni strategico-militari preoccupa tutto il movimento per la pace e il disarmo italiano.

30 anni di opposizione a questo progetto, anni nei quali lo Stato ha sì cercato di mediare col movimento, ma senza arrivare ad esiti positivi. In assenza di risultati positivi lo Stato nella sua per molti inspiegabile pervicace volontà di portare avanti un’opera, tra l’altro figlia di un progetto notevolmente datato ed economicamente notevolmente svantaggioso – come certificato dalla Corte dei Conti europea – ha assunto via via posizioni più dure sotto molti aspetti, che hanno radicalizzato le posizioni. Lo Stato è quindi “innocente”?

Abbiamo assistito alla durezza di alcuni teoremi accusatori portati e accolti in tribunale a Torino e in taluni casi ribaltati in altri gradi di giudizio.

Sono francamente sconcertanti le dichiarazioni del direttore de La Repubblica Maurizio Molinari che ha affermato in Rai il 10 ottobre 2021 che i Notav “Sono un’organizzazione violenta, sono quanto resta del terrorismo italiano degli anni ’70“,  motivo per il quale è stato oggetto di una pioggia di querele. Lo sconcerto deriva anche dal fatto che Molinari è stato per anni il direttore de La Stampa e che dovrebbe conoscere quindi la notevole articolazione del movimento.

Il reato è comunque su base individuale, e ancora: il movimento Notav ha sempre lottato esclusivamente contro il passante ferroviario. Ciò implica aspetti “territoriali” con confini ben precisi: il che non è ascrivibile ad un disegno sovversivo-eversivo contro lo Stato in quanto tale. Il dissentire contro scelte governative attinenti alle grandi opere è aspetto peraltro costituzionalmente garantito.

Le dichiarazioni di Mamme in Piazza: