Almeno duemila persone si sono ritrovate in piazza della Scala a Milano, dopo che la stessa mattina era stato lanciato un appuntamento da sindacati confederali, Anpi, Acli, Arci, Aned.

Tante bandiere, tanti gruppi, molti cartelli e striscioni artigianali e poi parecchi ucraini – soprattutto donne – con enormi bandieroni gialli e blu. Chi si è dato appuntamento fatica a trovarsi ma è meglio così: il movimento pacifista si sta rialzando, deve mettere insieme i pezzi, ricominciare a tessere, a darsi degli obiettivi. Oggi si è qui soprattutto in seguito alle emozioni con le quali ci si è svegliati e con le quali si è stati incollati al telefonino, alle notizie.

La piazza è quasi piena, si fatica a sentire chi parla, tra gli altri è da rilevare l’intervento di Maso Notarianni dell’Arci, che ricorda la vergogna delle spese in armamenti, che superano quelle di istruzione e sanità messe insieme. Ricorda come si debba ripartire da una seria e costante riconversione dell’industria bellica.

Che questa sberla che abbiamo ricevuto serva a rimettere in cammino il popolo contro le guerre e che si risolvano i problemi alla radice. Il primo obiettivo è sicuramente che si fermino i bombardamenti e le armi, ma bisognerà andare ben oltre.

Dal furgone con relativa amplificazione si alternano gli interventi degli organizzatori, non c’è tempo per tutti gli altri: “Non preoccupatevi – dicono – ci saranno altre occasioni.” Hanno sicuramente ragione, già sabato alle 15 in Cairoli è previsto un altro appuntamento.

Dopo un’ora inizia la musica: “All we are saying is give peace a chance…”. Era da tempo che non la si sentiva forte in piazza, ricorda momenti altrettanto tristi e duri.

Al microfono si ringrazia e si saluta, le persone non hanno molta voglia di andarsene, di tornare a casa, magari da sole, soprattutto le giovani ucraine che fanno dei giri intorno alla piazza col loro bandierone, cantando, si fanno forza, si stringono insieme. Se è già normalmente duro vivere e lavorare in un paese lontano, lo è ben di più quando i propri cari sentono risuonare le sirene.